In un’epoca in cui ogni giorno è divenuto un’occasione per fare festa, cosa pensereste se vi dicessero che esiste anche la Giornata Mondiale degli Emoji? Perché in effetti esiste, e si celebra proprio oggi, 17 luglio.
Ma perché proprio il 17 luglio? Per una ragione molto precisa, ossia perché l’emoji che rappresenta il simbolo del calendario mostra come data il 17 luglio, che è anche il giorno in cui l’app iCal di Apple fu presentata per la prima volta al MacWorld Expo del 2002, su un fichissimo iMac G4 girasole.
Per festeggiare la Giornata Mondiale dell’Emoji Apple ha annunciato che entro la fine dell’anno arriveranno su iPhone, iPad, Apple Watch e Mac computer oltre 70 nuovi simboli emoji, comprese ulteriori “acconciature che rappresentino più accuratamente persone con i capelli rossi, grigi o riccioluti, un nuovo emoji per coloro più in carne, e nuove faccine sorridenti che apportino ai messaggi maggiori espressioni quali un volto congelato dal freddo, uno in vena di far festa, un altro che implora e infine una faccina con cuoricini“.
Il caro Jony Ive in versione Memoji è veramente incredibile!
Inoltre i dirigenti del reparto esecutivo di Apple, compresi il CEO Tim Cook e il Capo Progettista Jonathan Ive, hanno sostituito le proprie foto ufficiali sulla pagina aziendale originale con dei Memoji, che sono degli avatar personalizzati con le loro sembianze. E diciamocelo, quel Memoji di Jony Ive con gli occhi alla Google è semplicemente fenomenale!
Nel frattempo, Google ha rivelato quali siano i
dieci emoji più utilizzati sulla tastiera Gboard — con al top i simboli della risata fragorosa (LOL) e del bacio col cuoricino — e ha lanciato una sorta di
videogame in Realtà Aumentata che consente all’utente di “andare a caccia” di emoji nel mondo reale. La cosa strana è che il gioco non viene ospitato dalla pagina principale di ricerca di Google, che neanche ha pensato a un doodle simpatico per l’occasione; ciononostante è possibile reperire il gioco al link fornito alcune righe sopra.
Dal momento che è la Giornata Mondiale degli Emoji, ci è sembrato carino sposare l’idea dei colleghi di Phone Arena di pubblicare un breve excursus sulla storia dei vari simboli e sui motivi che ne hanno decretato un tale successo.
Il set di emoji originale, contenente 176 pittogrammi universalmente riconosciuti
Il primo emoji fu creato nel 1998 o 1999 (sull’anno preciso il dibattito è ancora in corso) dal progettista giapponese Shigetaka Kurita, che in quel periodo lavorava a una piattaforma internet mobile di nome i-mode per l’operatore giapponese NTT. Kurita trasse ispirazione dal modo in cui le previsioni meteo e i segnali stradali si avvalevano, per fornire determinate informazioni, di simboli semplici ma universalmente riconoscibili, e decise di adottare il medesimo approccio per il suo progetto. Il primo set di emoji era costituito da soli 176 pittogrammi, ognuno con una risoluzione di 12 x 12 pixel, e aveva lo scopo di differenziare le prestazioni messaggistiche di i-mode da quelle degli altri servizi. Undici anni dopo, nel 2010, gli emoji furono tradotti nel sistema di codifica universale Unicode, che li rese disponibili su larga scala in tutto il mondo. Da allora il loro numero non ha fatto che aumentare fino a raggiungere i 722 simboli.
Nel 2016, a distanza di 17 anni dal momento in cui furono creati i primissimi pittogrammi per l’allora esordiente mercato mobile giapponese, il Museo di Arte Moderna (MoMA) di New York ha acquisito il primo emoji, che è rimasto esposto nell’atrio del museo stesso fino alla fine del 2016.
“Il concetto di emoji risale a secoli orsono con gli ideogrammi, i geroglifici e altri simboli grafici che ci hanno permesso di disegnare questo meraviglioso arco di tempo che investe l’intera storia umana. Non esiste niente di più moderno di idee senza tempo come queste,” ha dichiarato Paola Antonelli, curatore senior del dipartimento di architettura e design del MoMA.