In un’epoca in cui ogni giorno è divenuto un’occasione per fare festa, cosa pensereste se vi dicessero che esiste anche la Giornata Mondiale degli Emoji? Perché in effetti esiste, e si celebra proprio oggi, 17 luglio.
Il primo emoji fu creato nel 1998 o 1999 (sull’anno preciso il dibattito è ancora in corso) dal progettista giapponese Shigetaka Kurita, che in quel periodo lavorava a una piattaforma internet mobile di nome i-mode per l’operatore giapponese NTT. Kurita trasse ispirazione dal modo in cui le previsioni meteo e i segnali stradali si avvalevano, per fornire determinate informazioni, di simboli semplici ma universalmente riconoscibili, e decise di adottare il medesimo approccio per il suo progetto. Il primo set di emoji era costituito da soli 176 pittogrammi, ognuno con una risoluzione di 12 x 12 pixel, e aveva lo scopo di differenziare le prestazioni messaggistiche di i-mode da quelle degli altri servizi. Undici anni dopo, nel 2010, gli emoji furono tradotti nel sistema di codifica universale Unicode, che li rese disponibili su larga scala in tutto il mondo. Da allora il loro numero non ha fatto che aumentare fino a raggiungere i 722 simboli.
Nel 2016, a distanza di 17 anni dal momento in cui furono creati i primissimi pittogrammi per l’allora esordiente mercato mobile giapponese, il Museo di Arte Moderna (MoMA) di New York ha acquisito il primo emoji, che è rimasto esposto nell’atrio del museo stesso fino alla fine del 2016.