Apple vs FBI: ingegneri Apple pronti a dimettersi se costretti ad aprire iOS

Gli ingegneri Apple potrebbero dimettersi pur di non assecondare le richieste governative. La battaglia legale Apple vs FBI è ormai approdata ad un punto di non ritorno, ed i programmatori a capo del colosso di Cupertino starebbero vagliando più d’una ipotesi qualora il produttore della mela dovesse aver la peggio nell’udienza prevista martedì prossimo. Che potrebbe aprire, parafrasando l’excursus logico dell’Amministratore Delegato Tim Cook, un vaso di Pandora pronto ad aggredire e metter in crisi la sicurezza e la privacy di milioni di persone. <<In ballo non v’è soltanto un iPhone – nello specifico il dispositivo dell’attentatore della strage di San Bernardinobensì il futuro, giacché la risoluzione del caso Apple vs FBI creerà, in un modo o nell’altro, un precedente, che potrebbe innescare a ruota un meccanismo pericoloso>>. Parole e musica del CEO di Apple al quotidiano Times, nelle quali si fa menzione, tra le altre cose, ai 175 iPhone che il procuratore distrettuale di Manhattan, Cyrus Vance, vorrebbe sbloccare <<con un procedimento analogo>>.

Ecco perché Apple potrebbe trovare percorsi alternativi pur di non accondiscendere al diktat governativo. E nel novero di questi, secondo indiscrezioni in possesso del New York Times, vi sarebbero persino le dimissioni dei più quotati ingegneri Apple. La creazione del cosiddetto Govt.OS, la versione del sistema operativo mobile di Cupertino realizzata ad-hoc per il Bureou affinché questo possa poi espletare le procedure di analisi dei dati di Syed Farook. Qualcuno potrebbe abbandonare il proprio impiego ben retribuito, mentre qualche anno intenterebbe i più disparati stratagemmi (ferie, malattia ed interruzioni di vario genere dalla prestazione di lavoro) per ritardare il più possibile la creazione del software filo-governativo. Che, dalle prime ricostruzioni, richiederebbe la sinergia di un gruppo compreso tra i sei ed i dieci ingegneri Apple.

L’ultima parola spetterà nell’udienza martedì prossimo, allorquando il giudice Sheri Pym dovrà decidere, in un modo o nell’altro, il groviglio inestricabile della questione Apple vs FBI, che potrebbe protrarsi fino alla Corte Suprema. Ed Apple, qualora uscisse sconfitta, potrebbe accarezzare l’idea di metter i bastoni tra le ruote pur di non esser sconfitta in una battaglia imperniata sulla privacy e sulla sicurezza. Il rischio sarebbe però una multa, irrogata al colosso di Cupertino fino a quando non ottempererá alle richieste della corte.

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