PostePay, l’app per dispositivi mobile guadagna i pagamenti P2P

Poste Italiane ha presentato in queste ore la nuova app PostePay, imbottita di funzionalità avanzate e con un occhio attento alla sicurezza. L’elemento distintivo della versione software più recente – prerogativa esclusiva per sistemi operativi mobile – è indubbiamente il servizio P2P (<<peer-to-peer>>): si potrà infatti inviare e richiedere denaro in tempo reale a tutti i contatti della rubrica telefonica presenti sullo smartphone che abbiano in possesso una PostePay, oltre che la relativa app installata sul dispositivo mobile di turno. Inoltre, non saranno previste commissioni di trasferimento (normalmente un euro) per transazioni fino al tetto limite di 25 euro.  <<Una modalità pensata in logica di community, per lo scambio di denaro tra persone, come per esempio in caso di regali tra amici o piccoli pagamenti per dividersi il costo del pranzo o della cena>> tiene a precisare la stessa società.

La nuova app PostePay – oggetto ad inizio giugno di un aggiornamento software occorso su smartphone e tablet Android, improntato tra le altre cose su un restyling grafico totale – vanta però un’altra caratteristica di non poco rilievo. Trattasi della possibilità di accesso, che può esser effettuato non soltanto mediante il previo (nonché classico) inserimento di username e password, ma altresì anche attraverso l’inserimento del numero di telefono associato alla carta prepagata. Il layout dell’applicazione mette in risalto una panoramica completa di tutte le carte PostePay possedute, focalizzando l’attenzione su informazioni quali saldo ed ultimi movimenti; presente nell’app anche l’utile funzione <<Cerca Ufficio Postale>>, così da trovare lo sportello di Poste Italiane e l’ATM Postemat più vicino.

Dati statistici dispensati in queste ultime ore evidenziano come la nuova app PostePay sia stata scaricata già da 3,2 milioni di utenti. Un tesoretto indubbiamente importante per la prepagata più diffusa in Italia e che, a detta di Poste Italiane, rappresenta il settanta per cento del mercato.

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