L’Autorità per la protezione delle Pratiche Commerciali con sede in territorio inglese, si è fatta carico di commissionare una ricerca, condotta per mano dell’americana UL, nei confronti dei requisiti minimi di sicurezza dei cosiddetti fake charger in applicazione ai prodotti dell’emisfero mobile di Apple. Le unità campione sono state 400, acquisite per mezzo di 8 distributori provenienti da Paesi diversi, tra cui Stati Uniti, Cina e Australia, le quali sono state sottoposte ad opportuni test che hanno evidenziato, in ultimo, il non sussistere dei previsti requisiti di utilizzo. La situazione, in tal caso, è stata davvero poco rassicurante.
Su 400 caricabatterie Apple non ufficiali soltanto 3 si sono dimostrati adeguatamente isolati su eventuali e potenziali shock elettrici. Si tratta, dati alla mano, di appena 0.75% di affidabilità sull’intero campionario preso in esame. Un fatto che dovrebbe quanto meno scoraggiare gli utenti nel procedere all’acquisto di soluzioni non ufficialmente rilasciate da Apple. A nulla serve risparmiare proponendosi l’acquisto di soluzioni che non rispondano appieno ai rigidi canoni di sicurezza interni dettati dalla società. Anche Amazon, in tempi recenti, ha rivisto questa priorità, affermando di voler procedere regolarmente al perseguimento dei falsi all’interno del proprio e-store. Non soltanto un fatto che potrebbe ledere il device, ma la vostra stessa persona. Una vicenda che vale tanto per Apple, quanto per le altre soluzioni mobile e non del mercato.