È stata da poco smentita la presunta falla di sicurezza che avrebbe colpito WhatsApp, la piattaforma di messaggistica istantanea più popolare del pianeta, negli scorsi giorni. Ad affermare ciò sono stati in tanti in queste ultime ore. Fra questi c’è anche un hacker italiano molto famoso: Stefano Chiccarelli. L’hacker fondatore di Cyber Security a chi gli ha chiesto se in WhatsApp è presente una backdoor o meno ha risposto in questi termini: “Nessuno può con sicurezza dire che WhatsApp non implementa una backdoor perché nessuno ha accesso ai codici sorgenti di WhatsApp”.
Chiccarelli ha poi aggiunto che “sicuramente WhatsApp deve dare spiegazioni più chiare sulla scelta implementativa evidenziata dal Guardian, e spiegare meglio il livello di sicurezza della sua app. Ma è sbagliato parlare di backdoor in questo caso. Io la definirei solo un’impostazione dei settaggi di default poco sicura”.
Chiccarelli ha quindi affermato, come molti altri, che WhatsApp non presenta alcuna vulnerabilità seria. Tuttavia dalle parole dell’hacker italiano capiamo che l’app è sicura, ma non al 100% (in realtà nessun sistema lo è). Allora la domanda che ci poniamo è: possiamo in qualche modo proteggere la nostra privacy senza rinunciare al servizio offerto dalla “chat verde” di Facebook? La risposta è sì.
Possiamo modificare le impostazioni e verificare le notifiche personalmente. Questo è proprio il consiglio che dà Chiccarelli: “Modifichiamo le impostazioni e verifichiamo le notifiche. Se leggiamo il messaggio che il nostro contatto ha cambiato la chiave facciamogli una telefonata per verificare se ha realmente cambiato telefono e fatto qualche modifica”.