Secondo il “Bot Traffic Report” di Imperva Incapsula ben oltre la metà del traffico Internet nel mondo non è generato da persone in carne e ossa, ma dai “bot“, ovvero i software creati per svolgere attività automatizzate sul web.
Il report evidenzia per l’anno 2016 una crescita del 4,4% dei bot “buoni”, come ad esempio quelli utilizzati dai social come Facebook per migliorare l’esperienza di navigazione degli utenti, che passano dal 18,5% dello scorso anno all’attuale 22,9% del traffico online. I bot “cattivi”, invece, raggiungono il 28,9% di traffico.
Incapsula fornisce ben quattro tipologie di bot cattivi: i bot “falsari” e “camaleonti“, i quali riescono ad assumere diverse identità per aggirare i sistemi di sicurezza, spesso utilizzati per scandagliare vulnerabilità nel web o per effettuare attacchi DDoS bombardando i server di un sito di richieste d’accesso fino al suo collasso. A seguire, ci sono gli “spammer“, ossia i software che intasano i forum o i social pubblicando automaticamente link malevoli. Infine i “copioni“, ovvero quelli che rubano dati da sistemi concorrenti per replicare soluzioni informatiche altrui.
Nel complesso, i bot hanno conquistato la maggioranza online con il 51,8% del traffico generato contro il 48,2% degli umani: un nuovo sorpasso, visto che il lo scorso anno gli utenti in carne e ossa raggiungevano la quota del 53%.
Non tutto il mondo del Web riceve la stessa attenzione dei bot: ad esempio, i siti appena nati vengono visitati al 93,4% dai bot buoni e cattivi, tuttavia la percentuale si abbassa gradualmente con il tempo, fino ad arrivare ai siti più consolidati che ricevono poco più del 30% di visite da questi sistemi automatici.