Google Shopping chiuso da Google

XDA è stato al centro del leak di un messaggio nascosto di chiusura dell’app Google Shopping giovedì scorso, e venerdì sera Google ha confermato a 9to5Google che la Shopping app sta per chiudere definitivamente.
Qui di seguito le parole della compagnia:

Nelle prossime settimane, non supporteremo più l’app Shopping. Tutte le funzionalità offerte agli utenti dall’app sono disponibili nella scheda Shopping. Continueremo a costruire funzionalità all’interno della scheda Shopping e su altre piattaforme di Google, tra cui l’applicazione Google, che rendono facile alle persone scoprire e fare acquisti dei prodotti che più amano. (Traduzione di NewsDigitali.com)

L’app di Google  è stata lanciata sul mercato 19 mesi fa, quando prese appunto il posto di un’altra piattaforma di shopping, denominata Google Express.
I servizi shopping di Google sono stati una proposta non ottimale per gli utenti. Dal 2012, infatti, non è stato altro che un vettore pubblicitario che ha mostrato esclusivamente “elenchi a pagamento” e nessun risultato degno di nota nel panorama della compravendita.

Ciò avrebbe potuto avere senso nel momento in cui il prodotto offerto fosse stato alla stregua di una delle classiche caselle in cui far comparire pubblicità ed ad mirati per ciascun utente, ma non è appunto chiaro perché gli utenti debbano scaricare appositamente un’app per guardare soltanto pubblicità: è da questo che è stato definito, sin dai primordi, il fallimento dell’applicativo Google.

Nell’Aprile 2020, Google Shopping ha rinunciato alla politica di “solo annunci a pagamento” e ha iniziato a elencare chiunque fosse iscritto al “Google Merchant Center”. Il Merchant Center funge come centro di raccolta di tutti i retailers ed invia periodicamente a Google feedback e dati su tutti gli articoli presenti, utilizzati poi nei risultati di ricerca.

Questo significa che l’applicativo non è un motore di ricerca spider-driven come lo è Google Search. Google Search fa il suo meglio per cercare, catalogare e indicizzare i dati di tutto il mondo, mentre Google Shopping non riesce a stare dietro a questa tecnologia, curandosi solo dei business che possono arricchire in qualche modo Google.

 

Questo può portare a inserzioni tristemente inadeguate per alcune ricerche, soprattutto per quelle aziende che Google non apprezza. Per esempio, una ricerca per “Amazon Echo” non potrà mai elencare, paradossalmente, un risultato Amazon.com  (Amazon però potrebbe acquistare uno spazio pubblicitario pagando direttamente il provider del servizio).

Le dichiarazioni di Google suggeriscono che l’interfaccia primaria per la funzionalità di compravendita sarà ora la scheda shopping su Google.com.

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