Xbox e Activision: il CEO di PlayStation incontra l’antitrust europeo, acquisizione a rischio?

Secondo Dealreporter, Jim Ryan, l’amministratore delegato di Sony Interactive Entertainment ha visitato personalmente la sede dell’UE l’8 settembre per esprimere le sue preoccupazioni in merito all’acquisizione d Activision messa in moto da Microsoft, che costerà la bellezza di 68,7 miliardi di dollari.

Come è stato ampiamente pubblicizzato nelle ultime settimane, le preoccupazioni di PlayStation sull’acquisizione riguardano i futuri accordi di rilascio per la serie Call of Duty – che è regolarmente il best-seller annuale di PlayStation – e se verrà ritirata dalle loro piattaforme.

Phil Spencer, responsabile della divisione Xbox, ha più volte ribadito che intende mantenere la serie sulle piattaforme PlayStation oltre gli accordi già in essere, tuttavia Sony non sembra aver apprezzato molto la proposta avanzata da Spencer in sede privata, con Jim Ryan che nelle scorse settimane lo aveva esplicitamente affermato in una nota rilasciata alla stampa.

Il timore di Sony è ovviamente quello di perdere sulle piattaforme PlayStation uno dei franchise più fruttuosi della piattaforma.

Secondo indiscrezioni tutt’altro che confermate, anche Google avrebbe espresso le sue preoccupazioni alle autorità di regolamentazione dell’UE.

L’autorità del Regno Unito aveva deciso di analizzare più attentamente il caso e questo aveva accolto molto positivamente la notizia:

“Dando a Microsoft il controllo dei giochi Activision come Call of Duty, questo accordo avrebbe importanti implicazioni negative per i giocatori e il futuro dell’industria dei giochi”, ha affermato. Vogliamo garantire che i giocatori PlayStation continuino ad avere un’esperienza di gioco della massima qualità e apprezziamo l’attenzione del CMA sulla protezione dei giocatori”.

Si ritiene che l’attuale accordo di Call of Duty tra Sony e Activision coinvolga Modern Warfare 2 e Warzone 2, entrambi previsti per quest’anno, e un nuovo gioco sviluppato da Treyarch, che potrebbe non arrivare fino al 2024.

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