Conoscere delle informazioni in più sui crawler di Google è fondamentale per chi ha o gestisce un sito internet. In questo modo, infatti, è possibile avere sempre dei dettagli aggiornati su come funziona il processo di scansione effettuato da parte del motore di ricerca. Questo processo ha un ruolo determinante nell’indicizzazione delle pagine dei vari siti web. Essere a conoscenza dei meccanismi che portano alla classificazione dei risultati sui motori di ricerca può essere utile per prevenire o per trovare una soluzione a diversi problemi tecnici dal punto di vista SEO. Si dovrebbero adottare le strategie per fare in modo, quindi, che le pagine di un sito possano essere accessibili nel modo migliore ai crawler di Google.
Che cos’è il crawler
Negli ultimi anni gli algoritmi sono diventati molto intelligenti al punto che oggi riescono ad analizzare i contenuti pubblicati all’interno come all’esterno dei siti. In merito a quest’ultimo aspetto Roberto Serra, uno degli esperti SEO italiani più conosciuti, parla di come la link building tier2 influisce sulla SEO palesando un approccio che consentirebbe di migliorare il posizionamento dei siti agendo esternamente e non internamente come invece accade di solito.
In tutto questo dobbiamo tenere presente che il crawler è una parte strutturale del processo di posizionamento che i motori di ricerca mettono a punto. Infatti è proprio lo spider (altro nome del crawler) che ha il compito di scansionare la rete per ricercare altri contenuti, come pagine o aggiornamenti che ancora non sono stati inseriti in nessun database.
Nel caso di Google, per esempio, l’insieme di crawler è costituito da 15 differenti tipi. La tipologia principale è rappresentata dal Googlebot. Ma come funziona esattamente il crawler? Il Googlebot deve scansionare continuamente la rete per andare alla ricerca di nuovi contenuti ed aggiornare così il suo database.
Queste informazioni che trova vengono memorizzate e poi diventano davvero fondamentali per l’indicizzazione della pagina e il suo posizionamento nelle SERP.
I fattori che influenzano il comportamento del crawler
Sono molti i fattori che influenzano il comportamento del crawler. Innanzitutto, per esempio, pensiamo a quanto siano importanti i link, sia quelli interni che quelli esterni. Ecco perché gli esperti fanno notare come sia davvero fondamentale posizionare i link alle nuove pagine in una posizione importante all’interno del sito, come per esempio la home page.
E di solito chi se ne intende di SEO riesce sempre a raggiungere questo intento, favorendo il crawler per trovarli nel modo più veloce possibile.
Ma non parliamo soltanto appunto di link interni. Infatti anche i link esterni, quelli che in gergo tecnico vengono chiamati backlink, possono essere decisivi in questo senso.
Molto importante è anche il numero di link che si mettono in un contenuto pubblicato in rete. In linea generale questi non dovrebbero superare il numero di tre, perché qualsiasi valore superiore a questo potrebbe non favorire il lavoro del crawler.
Consideriamo poi l’importanza della sitemap. Si tratta di un documento solitamente in XML che contiene l’elenco completo delle pagine di un sito. Sono proprio questi i contenuti che Google dovrebbe indicizzare. Si ha sempre la possibilità di sottoporre la sitemap al Googlebot utilizzando la Search Console.
Naturalmente si tratta soltanto di un’opportunità, perché non vuol dire che poi necessariamente il Googlebot debba seguire queste indicazioni. Nella maggior parte dei casi, comunque, l’operazione si rivela utile, soprattutto se si opera con siti con molte pagine, corrispondenti per esempio a 400 o 500 url.
Stessa funzione importante anche quella dei tag, che possono essere determinanti nell’indicare al crawler come una certa pagina debba essere indicizzata. In particolare si deve tenere in considerazione la rilevanza del noindex tag, che può svolgere un ruolo significativo.