Wozniak: ‘Apple sbaglia. Troppo rigida sugli standard di proprietà’

Steve Wozniak presente al World business forum di Milano, accompagnato da personalità del calibro di Felix Baumgartner, Oliver Stone, Jacques Attali, Simon Sinek e Marcus Buckingham, ha lanciato una grossa provocazione verso Apple. Wozniak parla in funzione di co-fondatore dell’azienda che oggi rappresenta uno dei cardini del commercio mobile mondiale. Durante una sua intervista a La Repubblica ha dedicato anche qualche parola all’amico Steve Jobs.

Wozniak dà ad Apple un suggerimento che da Cupertino, data l’autorità del soggetto, tutti speriamo recepiscano il messaggio. Si tratta di una provocazione verso una società co-fondata con Steve Jobs che è ormai non più sotto il controllo dei due fondatori. Suona quasi come l’ultimo suggerimento che Wozniak lancia ad un figlio che si sta avviando a camminare sempre più solo nel mondo. Il co-fondatore della mela afferma che Apple sta sbagliando nel chiudersi in mercato elitario senza lasciare modalità agli utenti che utilizzano altre piattaforme di poter provare i servizi offerti dalla società di Cupertino.

Apple sbaglia, fossi ancora in società insisterei per aprire molti degli standard di proprietà: sarebbe utile e bello condividere le esperienze con gli utilizzatori di altri piattaforme. Si potrebbe costruire qualcosa di buono – ecco come si muoverebbe Wozniak alla guida di Apple – Abbiamo aperto iTunes a Windows, ma io lo aprirei anche ad Android. Aprirei iMessage e condividerei con il mondo intero le migliori cose per usarle e costruire su di loro.

Wozniak pronuncia poi parole commosse in memoria dell’amico e collega che lo ha accompagnato dalle origini nell’avventura che ha portato alla nascita di Apple.

Eravamo molto amici, molto diversi, ma molto amici. Non abbiamo mai avuto una discussione, una battaglia. Ma io non faccio battaglie. E poi avevamo personalità molto diverse: io volevo essere un puro ingegnere. Steve voleva gestire la società, io non sono un politico e non mi interessava gestire. In questo modo ci servivamo a vicenda.

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