Google punta sulla realtà virtuale e lo fa con le migliori intenzioni. Il colosso di Mountain View sta infatti formando una divisione dedicata, a capo della quale ha già nominato un dirigente chiave, Clay Bavor, già responsabile delle Google Apps e di Cardboard. L’obiettivo è recuperare terreno rispetto a Facebook (che all’inizio dell’anno ha lanciato il suo Oculus Rift, lo schermo da indossare sugli occhi per la realtà virtuale, da usare essenzialmente in ambito gaming) e Microsoft, e mantenersi al passo con una concorrenza sempre più agguerrita.
A parte Facebook con Oculus Rift, anche Samsung (Gear VR), Microsoft (Holo Lens) e Freefly (auricolare VR) hanno già lanciato device che permettono di vivere esperienze uniche e coinvolgenti di realtà virtuale, così come lo stesso Cardboard di Google, che dagli esordi ha saputo costruire un successo sempre crescente, grazie a nuove potenzialità e funzionalità (la più recente è l’introduzione dell’audio 3D).
Sono in molti a scommettere che il 2016 si confermerà l’anno del boom, in cui tutto quello che era considerato una sorta di prototipo da fantascienza – o al più accessibile ai soli addetti ai lavori – potrà finalmente decollare. La realtà virtuale si prepara a diventare una piattaforma ampiamente disponibile, con tutte le premesse perché rivoluzioni la nostra quotidianità e il nostro modo di fare esperienza di ciò che ci circonda. Secondo gli analisti di Goldman Sachs il mercato della realtà virtuale potrebbe conoscere una crescita esponenziale sino a diventare un affare da 80 miliardi di dollari entro il 2025, spingendosi ben oltre l’applicazione nell’industria dell’intrattenimento (videogiochi in primis).
Marchi come Coca Cola, HBO e Nissan si sono già cimentati nella realtà virtuale, ed un numero crescente di inserzionisti sceglie ogni giorno di investire in annunci in tale segmento. Se Google vuole mantenere e consolidare la propria posizione di leadership tra i motori di ricerca – altresì nell’ottica di migliorare la piattaforma di video YouTube e afferrare quella fetta di mercato legata agli spazi pubblicitari – gli investimenti in questo trend sono ormai imprescindibili. La strategia di Google è quella di costruire dispositivi economici che possano essere accessibili da smartphone e fruibili dalla più ampia fetta di pubblico possibile interessato a visualizzarne (e a viverne) i contenuti.