Quando si è passati dalla fatturazione mensile a quella a 28 giorni gli utenti si sono ritrovati a pagare la stessa somma perdendo però giorni importanti di servizio. Ragionando in questo senso sono saltati subito agli occhi gli aumenti messi in atto dalle compagnie.
Tutti si sono adeguati di comune accordo, la stessa cosa è successa quando si è ripassati dai 28 giorni alla fatturazione mensile. Tutti gli operatori hanno proposto i medesimi rincari come se si fossero seduti a tavolino per concordare le mosse insieme (cosa che effettivamente è accaduta). L’AGCM ha quindi già diffidato gli operatori confermando che le offerte proposte sarebbero dovute essere individuali.
Insomma, basta con queste variazioni delle tariffe standard per tutti, ognuno deve fare la propria mossa al fine di garantire la concorrenza del mercato. Se tutti si mettono di comune accordo vengono meno queste garanzie.
AGCM contro TIM, Wind, Tre e Vodafone
“FATTURAZIONE MENSILE TELEFONICA CONFERMATE MISURE CAUTELARI: OPERATORI DEFINISCANO IN MODO AUTONOMO EVENTUALI VARIAZIONI DELLE TARIFFE
Nella riunione dell’11 aprile 2018, l’Autorità ha confermato le misure cautelari adottate in via d’urgenza in data 21 marzo 2018 nell’ambito dell’istruttoria avviata lo scorso febbraio per accertare la sussistenza di un’intesa restrittiva della concorrenza tra TIM, Vodafone, Fastweb e Wind Tre. I principali operatori telefonici avrebbero, anche tramite l’associazione di categoria Assotelecomunicazioni – Asstel, coordinato la propria strategia commerciale relativa alla cadenza dei rinnovi e alla fatturazione delle offerte sui mercati della telefonia fissa e mobile, a seguito dell’introduzione dei nuovi obblighi regolamentari e normativi introdotti dall’articolo 19 quinquiesdecies del D.L. n. 148/2017 (convertito dalla L. n. 172/2017).”
Gli operatori di telefonia devono quindi assolutamente bloccare i rincari e definire le proprie offerte in maniera indipendente.
Fonte | mondo3