Dopo Apple e Google, potrebbe toccare ad Amazon fare i conti con il fisco italiano, che in questi mesi ha mietuto diverse vittime illustri nel campo dell’hi-tech. Ad aprire un mero leitmotiv in salsa economica fu proprio il colosso di Cupertino, costretto a sborsare lo scorso dicembre qualcosa come 318 milioni di euro sull’unghia al fine di archiviare definitivamente qualsivoglia disputa con l’Erario. Poi toccò a Google e, in particolare, a cinque manager dell’azienda statunitense, che rischierebbero il processo per evasione fiscale. Contorni più sfumati in quest’ultimo caso, dal momento che a differenza della vicenda che ha coinvolto Apple, la partita tra il fisco italiano e Big G è ancora tutta da giocare, in attesa che la procedura amministrativa faccia definitiva chiarezza ed archivi il caso.
Una fila lunga e cospicua, dunque, nella quale Amazon occupa l’ultimo vagone. Neppure il colosso dell’e-commerce, controllato da Jeff Bezos, riesce a smarcarsi tra i fitti controlli operati dalla procura milanese. Che già da tempo, racconta in data odierna il quotidiano Repubblica, tiene Amazon sotto la lente d’ingrandimento. L’accusa è sempre la stessa: <<omessa dichiarazione dei redditi>>, con alcuni top manager europei della società iscritti nel registro degli indagati da parte del dipartimento contro i reati societari, rappresentato dal procuratore aggiunto milanese Francesco Greco.
La scintilla sarebbe scattata a seguito di una verifica fiscale compiuta dalla Guarda di Finanza, i cui accertamenti sono stati poi trasmessi in procura. Dalle carte sembrerebbe ripetersi il fil rouge fiscale che ha abbattuto Apple e Google a distanza di poco più di un mese: Amazon, al pari dei colossi appena menzionati, pagherebbe le tasse nei paesi più favorevoli, piuttosto che in quei luoghi dove realmente viene generato il fatturato (nel caso di Apple, ad esempio, l’azienda californiana imputava i ricavi registrati in Italia ad una società con sede in Irlanda, al fine di beneficiare di un regime impositivo migliore).
Non sono ancora emerse indiscrezioni circa il quantum che la compagnia di Jeff Bezos dovrebbe corrispondere al fisco. La partita è insomma ancora al fischio d’inizio, allorché la documentazione raccolta dalla magistratura è stata trasmessa all’Agenzia delle Entrate, terzo incomodo che potrebbe aggravare ulteriormente la posizione di Amazon.