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Amazon Prime Air: brevettata un’etichetta con paracadute per le consegne con drone

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Amazon Prime Air: brevettata un’etichetta con paracadute per le consegne con drone

Il nuovo brevetto per Amazon Prime Air assicura una consegna integra dei prodotti degli utenti. Ecco alcune immagini che mostrano i paracadute integrati.

Amazon ha ricevuto un brevetto per un’etichetta di spedizione che include al suo interno un paracadute. Questo per consentire la consegna di pacchi da parte di droni o altri tipi di veicoli aerei. Il brevetto, riportato da GeekWire, è stato depositato ad agosto 2015 ma concesso questo lunedì dall’Ufficio Brevetti e Marchi Statunitensi.

Non è chiaro se l’idea verrà mai utilizzata realmente, anche se il brevetto fornisce una visione del tutto nuova del progetto di Amazon Prime Air. Il sistema richiede un’etichetta di confezionamento particolare, in quanto su questa vengono integrati un paracadute ed una rete di cordoni.

L’etichetta può anche incorporare un involucro che protegga il pacco una volta sganciato dal drone, degli ammortizzatori e dei sensori che serviranno a garantire la discesa ed il corretto atterraggio dell’oggetto. Nel caso in cui si tratti di un pacco pesante, il sistema potrebbe essere adottato in modo tale da includere più paracadute contemporaneamente.

Amazon Prime Air è stato sperimentato nel Regno Unito alla fine dell’anno scorso e la prima dimostrazione del servizio è avvenuta a marzo 2017. Nei test i paracadute non erano previsti e i droni si sono limitati semplicemente ad atterrare rilasciando i pacchi in custodia; un brevetto concesso ad Amazon nel mese di febbraio, però, statuisce invece che essi debbano essere utilizzati e che con il loro ausilio i pacchi debbano essere liberati in volo. La società spera che la rete di Prime Air sia in grado di compiere il servizio entro 30 minuti dall’ordine effettuato, e sta gradualmente accumulando brevetti inerenti alla tecnologia dei droni e alle infrastrutture.

Purtroppo, però, l’azienda continua a riscontrare ostacoli normativi negli Stati Uniti, dove i droni autonomi non sono ancora autorizzati a volare sotto le regole attualmente vigenti in fatto di aviazione civile.

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