Amazon: Prime discrimina i clienti sull’acquisto dei videogiochi

Amazon è il principale vettore di riferimento per molti utenti a livello internazionale che si affidano alla piattaforma per la gestione dei propri ordini. Puntualità, completezza di informazioni e precisione sono i caratteri distintivi dello store, ma bisogna dire che stavolta Amazon Prime l’ha combinata davvero grossa. Perchè? Scopriamolo.

Amazon, i clienti comuni non possono acquistare giochi

Il titolo la dice già lunga in proposito. Negli USA, infatti, Amazon ha volutamente introdotto una nuova politica commerciale, a nostro avviso scorretta, per riservare l’acquisto di videogiochi esclusivi ai soli acquirenti iscritti al programma Prime. Si tratta di titoli altisonanti come Grand Theft Auto V e Fallout 4. Per poterli avere, infatti, occorre sottoscrivere l’abbonamento annuale al servizio esclusivo della piattaforma e-commerce.
L’iniziativa, a dire il vero, non è una vera e propria novità visto che anche nel 2014 si era assistiti a simili manovre, ma la polemica in questo come in quel caso è stata quanto meno doverosa.
Allo stesso modo, infatti, gli utenti si dicono indignati di una simile scelta e parlano di discriminazione rispetto ai vantaggio ottenuti dagli utenti premium che, ricordiamolo, contano già su un servizio che garantisce tempi di consegna più celeri, sconti esclusivi del 20% sui prodotti in pre-ordine e e streaming illimitato e libero su film e serie TV.

Amazon non ha tardato però a mettersi prontamente sulla difensiva giustificando il gesto con la volontà di offrire una soluzione temporanea volta a garantirsi il favore degli iscritti al programma Prime. Gli utenti non appartenenti al servizio possono usufruire comunque dei 30 giorni di prova gratuita o alternativamente volgere la propria attenzione si venditori esterni di terze parti. Un fenomeno che al momento si localizza unicamente per lo store Amazon America ma che potrebbe benissimo dilagare anche a livello europeo investendo Amazon Italia ed i mercati adiacenti. Al momento, infatti, non sono chiare le intenzionalità dei gestori della piattaforma. Staremo a vedere gli ulteriori futuri sviluppi.

 

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