Amazon Video Direct dichiara guerra a YouTube nel settore self-publishing

L’ultima trovata del colosso capitanato da Jeff Bezoz prende il nome di Amazon Video Direct, la piattaforma di self-publishing che punta a far concorrenza al ben più celebre YouTube. Il meccanismo, agganciato al servizio di video streaming in abbonamento Amazon Prime Video, riprende pedissequamente la struttura portante del core business della controllata di Alphabet, allorché permette agli utenti di caricare sulla detta piattaforma i propri video e di guadagnare con essi. Dopo Netflix, un altro colosso finisce dunque sotto la lente d’ingrandimento di Amazon, il più grande sito di e-commerce che vuol evidentemente caldeggiare settori terzi e forieri di successo e di utili.

Il funzionamento di Amazon Video Direct è simile alla struttura utile per la pubblicazione degli E-Book, allorché gli utenti potranno caricare i loro video personali all’interno del catalogo Prime di Amazon e generare ricavi, sottoforma di royalties ed annunci pubblicitari oppure, trovata ancor più ingegnosa, mediante la pattuizione di una cifra necessaria per l’acquisto od il noleggio del filmato; il video entrerà quindi a far parte della piattaforma video Amazon Prime Video e sarà trattato alla stregua di un film e di una serie TV caricata all’interno del servizio in stile Netflix targato Jeff Bezoz. In alternativa, i video-makers potranno aprire un proprio canale affinché gli utenti possano accedervi pagando un abbonamento a prezzo scontato: il risparmio in questo caso è ingente, allorché si potrà visualizzare qualsivoglia filmato (presente e futuro) contenuto nel proprio portfolio senza dover essere costretti a sborsare una data cifra per la visione del singolo filmato.

L’offerta di Amazon Video Direct

Amazon dichiara insomma guerra a YouTube ed al fine di ingolosire i papabili utilizzatori promette ricavi ben più corposi rispetto a quanto invece orchestrato dal client video di Google: secondo quanto riportato dalle prime informazioni in rete, il popolare e-commerce globale tratterrà il 50% dei ricavi, dando l’altra fetta di guadagno al creatore del video; differenze risibili anche per gli annunci pubblicitari, giacché il 55% delle entrate spetterà ad Amazon ed il 45% al fornitore del video. Saranno altresì presenti utili strumenti per controllare il traffico dei filmati multimediali: gli utenti potranno infatti controllare le visualizzazioni, le entrate previste ed il numero di abbonati al canale; gli utenti, dal loro canto, potranno far leva sul programma ADV star, che verte per l’appunto sulla valutazione dei video mediante stelle, sulla scorta di un qualsiasi oggetto acquistato sull’e-commerce.

Amazon Video Direct in Italia non s’ha da fare

La diffusione di Amazon Video Direct è attualmente circoscritta ai <<pochi eletti>> già beneficiari di Prime Video: Stati Uniti, Germania, Austria, Regno Unito e Giappone; Italia esclusa dal lotto, giacché bisognerà sperare che Amazon Prime Video possa far il suo debutto anche nel nostro territorio affinché il nuovo servizio di Amazon possa esser reso disponibile anche sul belpaese. Amazon Video Direct è dunque realtà, con buona pace di Google e di YouTube, che da oggi avrà un altro contendente nella lotta al self-publishing.

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