E’ una decisione sicuramente forte quella di Microsoft e probabilmente sarà destinata a far discutere.
Dopo Telegram, anche il colosso di Redmond sembra aver deciso di prendere le distanze da Apple con il suo servizio di cloud gaming Project XCloud. La piattaforma, che era in fase di beta testing anche su iOS, sembra sia destinata ad arrivare esclusivamente su Android.
Microsoft ha preferito non esprimersi sulle motivazioni che hanno portato l’azienda a prendere questa drastica decisione, che soprattutto negli Stati Uniti comporterà una perdita importante di utenza.
Inoltre, inizialmente i testing della piattaforma si sarebbero dovuti concludere a metà settembre, ma Microsoft sembra aver anticipato la chiusura della preview addirittura un mese prima.
E’ probabile che la decisione di Microsoft sia dovuta al regolamento dell’App Store che richiede una percentuale (circa del 30%) su ogni acquisto in-app o abbonamento.
In attesa di capire esattamente se la faccenda riguardi effettivamente gli acquisti in app oppure no, vi ricordiamo che xCloud debutterà ufficialmente il 15 settembre all’interno dell’abbonamento Xbox Game Pass.
La denuncia di Telegram a Apple per concorrenza sleale
Stando al nuovo report pubblicato da Financial Times, Telegram si sarebbe schierata contro Apple, con una denuncia per presunta concorrenza sleale, l’ennesima che prende di mira l’azienda di Cupertino.
L’azienda guidata da Pavel Durov ha depositato la denuncia direttamente all’ufficio di Margrethe Vestager, che tra l’altro figura anche come responsabile della commissione Antitrust dell’Unione Europea.
La denuncia di Telegram è abbastanza eloquente e fa cenno ad un particolare evento risalente al 2016, in cui l’azienda tentò di lanciare una propria piattaforma di videogiochi sull’App Store di Apple.
Secondo quanto dichiarato, Apple a suo tempo avrebbe avvisato Telegram suggerendogli di fermarsi a causa di una violazione delle policy dell’App Store. Non si conosce nello specifico che tipo di violazione avrebbe potuto infrangere Telegram, ma questa avrebbe comportato l’eliminazione dell’applicazione dallo store digitale della Mela.
Telegram ha quindi deciso di prendere una posizione chiara nei confronti di Apple colpendola in una ferita che già in passato era stata oggetto di speculazioni: regole troppo ferree e trattenute troppo alte impediscono agli sviluppatori di lavorare con le proprie applicazioni su App Store. Secondo Telegram, che ricordiamo nascere proprio con il principio di libertà e personalizzazione (decisamente opposto alla filosofia dell’ecosistema chiuso di Apple), gli utenti con un dispositivo Apple dovrebbe permettere l’esecuzione di applicazioni da fonti esterne.
Conoscendo la filosofia di Apple, marchio di fabbrica e al contempo tallone d’Achille che allontana una certa tipologia di utenza, difficilmente asseconderà i “capricci” di Telegram.