Android P è finalmente realtà. Google ha rilasciato ieri la prima developer preview della sua nuova versione del sistema operativo mobile, pronta a metter in risalto implementazioni, modifiche e soprattutto ottimizzazioni al lavoro orchestrato finora. La marcia di avvicinamento all’ultima veste del “robottino verde” è insomma appena iniziata, e bisognerà adesso attender il Q3 2018 prima di veder approdare la nuova release su smartphone e tablet. Periodo che verosimilmente coinciderà con il lancio dei Pixel 3.
Non sappiamo ancora quale sarà il nome commerciale e definitivo di Android P – che dovrebbe esser svelato in occasione dell’importante manifestazione Google I/O 2018 in scena a maggio – ma possiamo comunque aver già un quadro abbastanza chiaro e definitivo delle novità salienti. Le riepiloghiamo punto per punto qui di seguito, nella speranza che le prossime developer preview possano ulteriormente rimpinguare e impreziosire il portafoglio di aggiunte in serbo da Google.
- Display Cutout Support: la sigla tecnica può esser riassunta brevemente con un laconico “supporto ai notch”. La “tacca”, o “corna”, come definite da qualcuno, sta infatti prendendo piede su svariati smartphone cinesi (e in futuro anche su LG G7, Huawei P20 e OnePlus 6) ed è per questo che Google non ha perso tempo ad adeguare il suo sistema operativo a quel che ormai può considerarsi una caratteristica in voga nel panorama mobile.
- Multi-camera API: lli sviluppatori potranno ottenere lo stream da due o più fotocamere contemporaneamente, così da far fronte a tutta una serie di utilizzi particolari.
- Indoor positioning: il nuovo Android P può fregiarsi del supporto del protocollo Wi-Fi IEEE 202.11mc (WiFi RTT), utile per permettere alle applicazioni di misurare la distanza dagli access point.
- Open Mobile API NFC: il tag NFC sarà il motore portante per i pagamenti con smart card e in tal senso le applicazioni potranno accedere ad un sistema protetto previsto per l’uopo.
- Messagging notifications: è forse la novità più appariscente di Android P. Gli sviluppatori potranno infatti inserire nuove funzionalità all’interno del sistema di notifiche, mostrando immagini e adesivi, visualizzare conversazioni complete con i nomi dei contatti e suggerire addirittura le cosiddette “smart reply”, ossia risposte rapide coerenti con il contenuto della conversazione.
- Data cost e JobScheduler: Si tratta dell’API di pianificazione di determinati task, che sfruttando i segnali di stato delle reti degli operatori potranno controllare l’attività in sospeso di una data applicazione. In caso di rete non spedita, l’attività stessa sarà posticipata.
- ImageDecoder: Supporto a GIF e WebP
- Security Improvements: Nuova interfaccia per l’autenticazione delle impronte digitali tramite app, con cambiamento dei valori predefiniti per il Network Security Configurazion, al fine di utilizzare una connessione TLS sicura. E per migliorare la sicurezza generale, saranno limitati gli accessi a microfono, fotocamera e sensori di un dispositivo in caso di app inattive.
- Aggiunta HDR VP Profile 2
- Codifica immagini HEIF
- Ottimizzazione efficienza energetica
Android P potrà essere testato in anteprima su Google Pixel, Pixel 2 e Pixel 2 XL. Spariscono invece dal supporto Nexus 5X e 6P. Novità comunque corpose e più che altro “sotto il cofano”, nel tentativo di migliorare l’esperienza utente e affinarla rispetto al già valido lavoro reiterato ormai da svariati anni.
FONTE: Android Central