Andy Rubin spiega in 6 punti perché Essential Phone sarà unico

L’ufficialità di Essential Phone ha sicuramente fatto scalpore tra gli addetti ai lavori ed appassionati, benché trattasi di un prodotto che invero poggia su di un mercato piuttosto standardizzato e soprattutto affollatissimo. Il primo smartphone di Andy Rubin, creatore di Android nonché fondatore dell’omonima società dal quale è attinto il nome del dispositivo, rischia insomma di esser uno dei tanti, al di là della minuziosa scelta di componentistiche hardware ed all’altrettanta cura in fatto di design e di linguaggio estetico.

Andy Rubin ne è ben consapevole, e come scritto tempo addietro dallo stesso ideatore a mezzo del proprio sito ufficiale, bisogna insistere e far riferimento su fattori diversi ed ulteriori rispetto all’accozzaglia di specifiche tecniche e materiali impiegati. Lo smartphone ha infatti bisogno di <<un solido motivo di esistere>>, ed Essential Phone, a differenza di molti altri prodotti che albergano in un mercato saturatissimo, sostiene di aver quel motivo. Ha un suo perché, anzi ha ne ha più d’uno. Ben sei, nello specifico, come snocciolato punto per punto da Andy Rubin, in una sorta di manifesto dello smartphone perfetto e pronto ad ingolosire la massa.

Il punto di partenza fa leva sullo smartphone inteso come oggetto personale, ed è per questo che Essential non costringerà nessuno ad avere qualcosa che non si vuol possedere. Riferito proprio ad Essential Phone, possiamo intendere la prima motivazione da un punto di vista squisitamente software: lo smartphone ufficializzato ieri ha infatti una versione di Android <<pulita>>, stock, senza troppi fronzoli e, soprattutto, sdoganato da qualsivoglia bloatware od applicazioni forzosamente scelte ed imposte dai vari produttori.

Il secondo fattore è più criptico e sembra voler insistere sulla natura geek di Essential Phone. <<Siamo sempre aperti con gli altri. Gli ecosistemi chiusi sono divisioni, oltre che superati>>. Questo potrebbe tutto sommato far riferimento proprio alla possibilità di sbloccare il bootloader od altri fattori pronti a strizzar l’occhio agli sviluppatori ed appassionati, benché non vi siano ancora specificazioni in merito da parte della stessa Essential. Assai più facile è invece il terzo punto. <<Materiali di prima qualità e vero artigianato non dovrebbero essere soltanto per pochi>>. In effetti, Essential Phone è uno smartphone costruito impeccabilmente, tale da non sfigurare od impallidire dinanzi alla concorrenza più blasonata. Anzi, il contrario. Sì, perché il telaio del primo smartphone di Andy Rubin è realizzato in titanio, ossia un materiale molto più forte rispetto all’alluminio tradizionalmente impiegato sulla concorrenza, come Apple o Samsung.

Il quarto punto è ancora improntato sul software. <<I dispositivi non devono diventare obsoleti ogni anno. Piuttosto, dovrebbero evolvere con voi>>. Facile intuire che lo smartphone di Essential possa avere nel sistema operativo il proprio punto di forza, con aggiornamenti regolari e, soprattutto, reiterati nel tempo. Merita senz’altro accenno il richiamo alla semplicità, all’esigenza che la tecnologia possa asservire i bisogni degli esseri umani. Una frase, che poi collega direttamente il quinto ed il sesto punto, di sicuro impatto, e che verosimilmente costituirà il punto nevralgico di Essential Phone, chiamato a gettare un ponte tra appassionati un po’ più geek ed utilizzatori inesperti ed alla ricerca della semplicità.

Insomma, il primo smartphone di Andy Rubin ha sicuramente suscitato interesse, in attesa di capire se l’hype e le premesse a contorno dell’ufficializzazione troveranno conferma.

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