Apple contro FBI, continua la battaglia sulla privacy: attraverso una lettera inviata da Marc J. Zwillinger, uno dei legali di Apple in questa battaglia contro il Federal Bureau of Investigation, meglio noto con la sigla FBI, ente investigativo di polizia federale del governo americano, ha smontato la tesi del singolo aiuto specifico legato alla richiesta di sblocco ed accesso ai dati personali di un iPhone 5c appartenuto al killer di San Bernardino, dichiarando che “l’agenzia chiese lo sblocco di altri nove iPhone”.
Secondo quanto dichiarato dal rappresentate legale di Apple, Zwillinger, l’FBI avrebbe chiesto in diversi periodi, di fornire supporto per l’accesso ai dati privati, come registro chiamate, foto, iMessage e contatti, salvati su iPhone di cittadini americani, ricevendo risposta negativa da parte della casa di Cupertino la quale “non si è detta d’accordo a effettuare alcun servizio sui dispositivi“.
Quanto rivelato confermerebbe quindi i timori di Apple, preoccupata dal fatto che le richieste da parte del Governo USA non si limiterebbero al singolo caso legato alla strage avvenuta in California ma metterebbero a rischio la privacy di milioni di utenti, alcuni dei quali già da diversi giorni, hanno iniziato a manifestare davanti alla sede FBI di New York, manifestando in modo comunque civile tutto il proprio possibile dissenso di fronte a questa violazione dei dati personali.