Apple multata per 533 milioni di dollari per aver violato i brevetti della SmartFlash sulla memorizzazione dati e gestione accesso tramite sistemi di pagamento.
Apple multata o meglio stangata per 532.9 milioni di dollari per aver perso la causa intentata nel 2013 dalla società SmartFlash, che accusava la società di Cupertino di aver violato, attraverso la piattaforma di acquisto e distribuzione dei contenuti digitali di iTunes, tre brevetti proprietari.
Le accuse
SmartFlash è un azienda nata nei primi anni 2000 da un idea di Patrick Racz ed essenzialmente opera nella commercializzazione e vendita dei propri brevetti, alcuni risalenti al 1999. Come riportato negli atti giudiziari, proprio nel periodo dell’apertura dell’azienda Patrick Racz avrebbe incontrato alcuni dirigenti di quella che ora è la Gemalto SA per vendere alcuni brevetti. Tra i dirigenti della Gemalto che ebbero accesso completo a questi brevetti, figurava Augustin Farrugia, passato poi in Apple come senior director per quanto riguarda le tecnologie di sicurezza per i servizi Internet e DRM, il quale secondo SmartFlash avrebbe utilizzato queste tecnologie nella infrastruttura di iTunes, senza possederne i diritti. SmartFlash aveva richiesto inizialmente danni per 852 milioni di dollari, parte dei quali calcolata in base alle vendite di iPhone, iPad e Mac, dispositivi che utilizzando iTunes, sfruttavano i brevetti violati. Apple aveva risposto definendo la richiesta “eccessiva e insostenibile” aggiugendo che “la gente non compra i telefoni cellulari per il solo scopo di utilizzare le applicazioni, ma anche semplicemente per telefonare” e valutando il possibile risarcimento in 4.5 milioni di dollari.
La giuria del Texas non è stata però convinta dagli avvocati di Apple che affermavano come i brevetti di SmartFlash non fossero stati utilizzati da iTunes o altri prodotti realizzati da Apple, portando così alla maxi multa da 533 milioni di dollari.
SmartFlash attaccherà anche Samsung
SmartFlash ovviamente si è detta felice della vittoria, annunciando che ora utilizzerà gli stessi brevetti per intentare una nuova causa anche nei confronti di Samsung, mentre ricordiamo che l’azienda ha già inoltrato cause simili nei confronti di altri due colossi del mercato: Google ed Amazon, che ora dopo la sentenza contro Apple, cominciano a tremare.