La frequenza con cui Apple viene tirata in causa da altre aziende un tempo avrebbe lasciato esterrefatto più di qualcuno, ma ormai sembra diventata la normale amministrazione per la casa di Cupertino e per tutti coloro che seguono questo mercato.
Jay Freeman, l’ideatore di Cydia, ha infatti deciso di citare in causa Apple con l’accusa (l’ennesima che arriva in pochi mesi) di aver adottato pratiche anticoncorrenziali sullo store delle app, penalizzando i canali alternativi che distribuiscono le applicazione per iOS.
Per chi non lo conoscesse, Cydia è stato il primo store di app alternativo a quello proposto da Apple all’interno dell’ecosistema iOS, lanciato ufficialmente nel lontano 2008. Trattandosi di uno store alternativo, privo di qualsiasi ufficialità, l’unico modo per accedervi era quello di effettuare la pratica del jailbreak sui device e vista l’agguerrita concorrenza di Apple nei confronti di questa modifica tutt’altro che legale, negli anni molti sviluppatori hanno abbandonato il supporto a questo store non ufficiale.
Per l’autore di Cydia gli utenti dovrebbero avere completa libertà sul telefono acquistato e con esso anche la possibilità di installare le applicazioni senza essere vincolati allo store proprietario di Apple.
Il dibattito sul presunto monopolio di Apple, legato anche alle normative che caratterizzano l’ingresso delle app nel suo store iOS, è al centro di grossi dibattiti già da diversi mesi. Ricordiamo che attualmente è in corso una grossa causa che si prolungherà fino al 2021 tra Epic e Apple, relativo al caso del ban di Fortnite.