Apple Watch non piace alla politica. O meglio, secondo quanto riportato dal The Telegraph, il governo britannico ha messo al bando l’indossabile Apple durante le riunioni di gabinetto. A far notizia, però, è le motivazione: lo smartwatch non è considerato eventuale motivo di distrazione, ma più una minaccia, perché potrebbe essere intercettato, e dunque violato, dai russi. Non sarà forse il primo effetto dovuto alla futura Brexit, ma di certo sta attirando le attenzioni della stampa di tutto il mondo occidentale. Theresa May, il nuovo Primo Ministro britannico, ha infatti deciso di vietare Apple Watch fra i suoi ministri.
Sono giornate di fuoco, quelle che coinvolgono le istituzioni britanniche a seguito della vittoria del “Leave” all’ultimo referendum sulla permanenza in Europa, votato la scorsa estate. E dopo le dimissioni di David Cameron (che invece aveva accolto senza timori Apple Watch durante le riunioni dei vertici inglesi), a traghettare il paese lontano dall’Unione Europea ci penserà Theresa May, il nuovo Primo Ministro conservatore. Tra i primi provvedimenti presi, pare vi sia proprio il divieto totale di indossare Apple Watch, lo smartwatch di Cupertino, dai suoi ministri.
Ad ogni modo, la nuova politica adottata da Theresa May in merito ad Apple Watch, non è quella più controversa: l’ex ministro degli interni, infatti, ha proposto di abolire addirittura la libertà di parola nella forma attualmente in vigore, per sostituirla con diritti più limitati, riformulando la Carta dei Diritti.
Sebbene il divieto riguardi esplicitamente Apple Watch, non si esclude possa essere applicato a dispositivi analoghi, anche prodotti da concorrenti del gruppo californiano. Ci si chiede, tuttavia, perché il Primo Ministro non abbia vietato gli smartphone tout-court: come ben noto, gli smartwatch attuali possono garantire ben poche funzioni in modalità standalone e, soprattutto, per l’accesso alla rete necessitano di un device telefonico appositamente abbinato.