Ban Huawei: l’azienda rivede gli obiettivi di espansione, ridotta la produzione di smartphone

A quanto pare la corsa di Huawei per superare Samsung e diventare il primo produttore di smartphone al mondo subirà, come prevedibile, un brusco arresto proprio a seguito del ban imposto dagli Stati Uniti.

La situazione ovviamente ha causato una serie di effetti controproducente per il colosso cinese, che hanno visto la cessione di alcune importanti collaborazioni: non solo con i fornitori, ma anche con Google per quanto concerne il supporto tecnico e l’utilizzo della licenza Android.

Tutti questi fattori hanno obbligatori Huawei a rivedere i propri piani iniziali, che prevedevano di superare Samsung entro la fine del 2020 per diventare il primo produttore al mondo di smartphone.

Secondo gli ultimi report infatti, Foxconn, la principale responsabile dell’assemblaggio di dispositivi marchiati Huawei, avrebbe rallentato le attività di alcune linee di produzione. Questa pratica solitamente nelle aziende si verifica nel momento in cui vi sia la necessità di assecondare delle variazioni di posizionamento nel mercato, spesso non favorevoli. Nel caso di Huawei, è molto probabile che la decisione venga dai piani alti alla luce del ban imposto dagli Stati Uniti, che ne limiterà la produzione.

Attualmente il ban è stato sospeso per  la durata di 90 giorni, con una scadenza fissata per il 19 Agosto.

Una volta scaduto il termine, l’azienda verrà estromessa dal mercato americano, anche se Huawei sta cercando comunque di affrontare la questione attraverso le vie legali.

Huawei ha chiesto agli Stati Uniti di bloccare le sue azioni illegali ai danni dell’azienda, definite incostituzionali.

La norma, varata lo scorso anno dall’amministrazione del governo Trump, rientra nella National Defense Authorization Act (NDAA), e impedisce alle agenzie governative americane di utilizzare la tecnologia Huawei e ZTE.

Queste norme andrebbero a violare la costituzione degli Stati Uniti, con un processo avvenuto senza la possibilità di esporre delle prove a favore di una discolpa. Si tratterebbero quindi di norme illegali, e la sensazione è che siano state quasi pensate per fornire una condotta colpevole, e non innocente proprio nei confronti di queste aziende.

I legali di Huawei hanno quindi depositato una nuova mozione presso la Corte Distrettuale degli Stati Uniti e si lega alla precedente procedura, datata 6 Marzo, mossa sempre da Huawei nei confronti di Trump.

Si rumoreggia inoltre che il governo cinese stia preparando una propria “Entity List” analoga a quella stilata da Trump, al cui interno vengono riportate tutte le aziende che rompono dei contratti, violano le “regole del mercato”, bloccano le forniture alle aziende per “motivi non commerciali” e danneggiano in altro modo i “legittimi diritti e interessi”.

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