Il gigante statunitense Mattel pesca fuori dal cilindro la bambola sviluppatrice di giochi. In più parti del mondo verrà conosciuta sotto l’appellativo di <<Barbie Game Developer>>, ma la sostanza è pressoché intatta ed eloquente: trattasi di una vera professionista di videogiochi, ed il contorno non lascia spazio a dubbio alcuno. Computer portatile, tablet e cuffie fanno chiaramente da padrone, ma ad alimentare il cuore geek di Barbie è il look comodo e sbarazzino: jeans e scarpe <<per tutti i giorni>>, ma soprattutto una maglietta con l’evidente richiamo ai comandi CTRL+ALT. Nulla è lasciato al caso, alla stregua della scelta dei colori mostrati in bella vista: la fluente chioma rossa accantona infatti mestamente l’iconica tonalità biondo, mentre gli occhiali quasi in pieno stile <<nerd>> coprono quel che in passato rappresentava l’elemento distintivo del giocattolo griffato Mattel.
Potremmo quasi chiamarla Barbie <<2.0>>, l’ambasciatrice della giovane (e carina) donna che attenziona il caldo settore dei videogames, dai più considerato di esclusiva vocazione maschile. Un tentativo sicuramente riuscito, col quale Mattel intende aggiustare il tiro e porre rimedio al grossolano scivolone occorso qualche anno or sono, allorquando il libro <<Barbie Ingegnere Informatico>> mostrava infruttuosamente il crinale femminile del game designer: tutto giusto, almeno in apparenza, se non fosse altro che la protagonista era invero costretta a chiedere l’aiuto maschile per sbloccare i computer infestati dai virus. Con tutto quel che concerne in termini di critiche e di battaglie capaci di infiammare il cuore pulsante della rete.
Vecchi (e brutti) ricordi, se è vero che Mattel sembra aver studiato minuziosamente i dettagli, onde evitare di lasciare fastidiose <<briciole>> pronte ad esser raccolte dai detrattori. I gadget tecnologici dell’irriducibile Barbie soppiantano di fatto la tonalità rosa – colore comunque sempre più in auge nel settore hi-tech – ma soprattutto sono contraddistinti da iconici adesivi, quasi a rimarcare la vocazione geek. Importante è anche il contorno, giacché Mattel lancia messaggi inequivocabili a partire dalla confezione di vendita, nella quale campeggia un messaggio di rilievo: il mondo dei videogiochi <<coinvolge lo narrazione, l’arte e la progettazione grafica, il design dell’audio e la programmazione dei computer>>. Non solo pane fatto di codice, quindi, bensì soprattutto la creatività. La chiave di volta per il successo di qualsivoglia giovane, oltre che il messaggio promozionale della Barbie sviluppatrice di giochi. Ma soprattutto dispensatrice di talento, universale e senza distinzione alcuna legata al sesso.