Al giorno d’oggi il settore tecnologico ha fatto passi da gigante in pochissimo tempo, in meno di un decennio i telefoni cellulari si sono trasformati in smartphone in grado di fare di tutto e di più: scattare foto, registrare video, navigare su internet, far girare i videogame e perfino fare il caffè (con l’aiuto di una speciale cover).
L’unico rovescio della medaglia di cotanta meraviglia altamente tecnologica è l’autonomia della batteria dei vari smartphone, tallone d’Achille di tutti i device portatili, dai top di gamma a quelli più economici. I processori sempre più potenti, la rete Internet sempre più veloce, la qualità grafica dei videogame sempre più dettagliata non fanno altro che consumare velocemente l’energia degli smartphone, costringendo la stragrande maggioranza degli utenti a mettere in carica il proprio dispositivo ogni sera, dopo un uso medio/intenso (per i più fortunati).
Proprio per questo negli ultimi anni si stanno cercando metodi alternativi per realizzare batterie che permettano agli utenti di non doversi più preoccupare di arrivare a fine giornata con una percentuale di autonomia sufficiente a supportare almeno una telefonata di emergenza. Ad oggi gli scienziati sono riusciti ad ottenere i primi importanti risultati e sembra che siano addirittura vicini ad una soluzione definitiva.
L’Università del Michigan assieme alla Cornell University hanno svolto una ricerca appena pubblicata sulla rivista scientifica Nature, dove hanno spiegato di aver realizzato un nuovissimo materiale magnetoelettrico e multiferroico: una pellicola polarizzata composta da sottili strati di atomi in grado di passare dal polo negativo a quello positivo utilizzando soltanto un piccolo impulso al posto di un flusso costante di energia elettrica, come avviene nelle attuali tecnologie.
Gli scienziati spiegano nell’articolo riportato su Nature che “i processori attualmente utilizzati sugli smartphone dispongono di un sistema che richiede un costante flusso di energia, che porta i device a consumare circa il 5% dell’energia globale. Entro il 2030 tutto questo cambierà e i dispositivi che utilizzeremo potrebbero consumare il 40 o perfino il 50% dell’energia globale che abbiamo a disposizione”.
Grazie a tale tecnologia potremo finalmente ricaricare il proprio smartphone soltanto quattro volte l’anno, ovvero una sola volta ogni tre mesi.
Naturalmente la messa a punto dei nuovi sistemi richiederà numerosi test e parecchio tempo, ma le prospettive sono buone e forse nei prossimi anni potremo cominciare a vedere i primi progressi finché un giorno non riusciremo finalmente a dire addio alle frequenti ricariche del proprio smartphone.
Se spengo il bluetooth le ricarico ogni 4 mesi? Oppure cinque se abbasso la luminosità’ dello schermo?