Molti in questi giorni chi hanno scritto chiedendoci proprio come ottenere il rimborso di Windows preinstallato in un nuovo PC, soprattutto alla luce dell’articolo pubblicato alcuni giorni fa, nel quale abbiamo raccontato di una sentenza della Corte di Cassazione, che ha suscitato molto clamore e fatto scattare una piccola sommossa nel mondo informatico.
La sentenza infatti prevede che all’acquisto di un nuovo PC, il consumatore non sia obbligato ad acquistare la licenza del sistema operativo preinstallato dal produttore, che nella maggior parte dei casi è Windows 8 di Microsoft, potendo quindi ottenere un rimborso. La sentenza si allinea alle leggi del mercato libero e trova ulteriore riscontri in sentenze simili, riguardanti diversi casi giudicati nella Comunità Europea e negli Stati Uniti, dove Microsoft è stata condannata a rimborsare diversi clienti che non desideravano utilizzare e quindi pagare una licenza del sistema operativo Windows.
Nello specifico, la Corte di Cassazione ha dato ragione, dopo lunghi 9 anni di iter burocratici, ad un consumatore fiorentino che si è visto riconoscere un rimborso di 140€ dal produttore HP per le licenze di Microsoft Windows XP Home Edition e Microsoft Work 8 preinstallate sul proprio PC, dando il via, come sottolineato dall’associazione consumatore ADUC, ad una possibile “valanga di richieste di rimborsi”.
Ma come ottenere il rimborso di Windows preinstallato in un nuovo PC?
Chiunque abbia acquistato o stia per acquistare un PC o notebook, dovrà non accettare le condizioni di licenza d’uso del sistema operativo, proposte al momento del primo avvio del dispositivo e successivamente scaricare il modulo “Richiesta rimborso Microsoft Windows pre-installato” da qui e “procedere subito con una messa in mora, tramite raccomandata A/R, al produttore del proprio pc (o altro supporto in cui si trova sempre già installato un software Microsoft che non si vuole utilizzare)”.
Insomma siamo sicuri che i produttori OEM e Microsoft stessa, faranno di tutto pur di non cedere ai possibili risvolti che deriveranno da questa sentenza della Corte di Cassazione, che mette fine ad un processo iniziato nel lontano 2005, ma al tempo stesso da il via a quella che si prospetta una guerra in termini legali e burocratici che probabilmente durerà ancora altri diversi anni.