L’Italia promuove la cultura ed il sapere attraverso la creazione di una Università gratuita e, soprattutto, digitale. Il progetto avviato dal Consorzio EduOpen – reso possibile in ossequio alla collaborazione a stretto gomito con il ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca – si articola su due fronti di eguale importanza e valore: dar modo a tutti di prender parte in modo gratuito a percorsi di formazione di alta qualità a distanza e, per converso, far sì che le Università in Italia possano abbracciare il crinale della digitalizzazione, al fine di recuperare il gap con le più grandi strutture europee ed internazionali. La piattaforma EduOpen – creata da quattordici atenei pubblici italiani, tra le quali spiccano le Università di Reggio Emilia, Perugia, Venezia Milano-Bicocca, Bolzano, Bari, Parma, Ferrara, Genova, Catania ed il politecnico di Ancona – ha già provveduto a caricare presso il portale eduopen.org le prime lezioni telematiche denominate sotto l’appellativo di <<Moocs>> (Massive Open Online Courses).
Il motore ruspante dell’Università digitale è appena partito, ed a tale stregua le video lezioni Moocs già fruibili sono nove, il primo step verso uno sviluppo che culminerà in prosieguo con l’erogazione di altre 29 proposte di apprendimento già in cantiere. Gli argomenti sono i più vari e disparati: corsi di matematica (<<Insiemi ed operazioni elementari>>), letteratura angloamericana in prosa, storia e filosofia del diritto (<<I come ed i perché>>), medicina riabilitativa, marketing e persino argomenti in voga quali design e tecnologia; i corsi Moocs sono tenuti da docenti universitari italiani e caratterizzati da una durata complessiva oscillante tra le 3 e le 5 settimane.
L’Università gratuita ed in salsa 2.0 si articolerà in video lezioni ed attività interattive e, secondo dati snocciolati dal direttore del progetto EduOpen, Tommaso Minerva, sarebbero già mille gli studenti iscritti mentre quattro milioni di utenti italiani avrebbero già le credenziali per richiedere l’accesso ai corsi. Che, si badi, non rilascia titoli di laurea bensì attestati di frequenza ed open badge, nello specifico attestati digitali che certificano le competenze acquisite, con l’ulteriore possibilità di interscambiare i vari crediti formativi universitari (CFU) acquisiti tra un ateneo e l’altro. L’Italia apre dunque la porta all’Università gratuita e digitale, un progetto pronto a segnare un punto di rottura rispetto ai più canonici metodi di apprendimento ed insegnamento.