Rayouf Alhumedhi, 15 anni, di Berlino con origini Saudite… E la proposta dell’inserimento di emoji su Whatsapp rappresentanti donne islamiche con il velo.
Rayouf indossa l’hijab per lasciare visibile solo il viso. La copertura minima che consente la tradizione musulmana.
Però Rayouf è anche una ragazza di 15 anni che va a scuola, ha degli amici, uno smartphone, anche lei messaggia su Whatsapp, anche lei vive il social, ma nell’app di messagistica non ha trovato una emoji che la potesse rappresentare nel gruppo dei suoi compagni. Ed ecco prendere piede l’idea di una richiesta ufficiale agli sviluppatori dell’applicazione.
Ad inizio estate Rayouf aveva mandato la richiesta al servizio clienti di Whatsapp di creare una emoji rappresentante una donna coperta con l’hijab, ma non aveva ricevuto attenzioni. Poco tempo dopo ha scoperto come si potesse fare per avanzare la proposta a Unicode Consortium , l’organizzazione con il compito di mantenere un sistema comune per la scrittura dei caratteri nei sistemi informatici. Qui è cominciata la battaglia della giovane donna.
Gli emoji sono ormai diventati un codice linguistico, rappresentativo di chi li scrive, quasi nessuno riesce a farne a meno. Addirittura nel 2015 Oxford ha eletto la faccina con le lacrime di gioia parola dell’anno!
Questa le dichiarazioni di Rayouf alla presentazione del suo progetto ad “Ask me anything” del sito Reddit:
“Volevo qualcosa che rappresentasse me e milioni di donne musulmane che indossano il velo con orgoglio.”
Rayouf è fiduciosa per la propria richiesta, forte anche dell’apertura che Whatsapp ha fatto poco tempo fa agli emoji multietnici e gay friendly.