Sono ormai trascorsi alcuni giorni dall’inizio del famoso scandalo Facebook, la disputa tra il noto social network e Cambridge Analytica sembra finalmente giunta alla fine dopo attente analisi degli specialisti.
Dopo un lungo silenzio apparente, ecco che nelle ultime ore di ieri il CEO Mark Zuckerberg ha deciso di esprimere un suo profondo pensiero attraverso un post scritto sul proprio profilo. All’interno del testo il fondatore di Facebook ha voluto spiegare precisamente i fatti accaduti a tutti gli iscritti alla piattaforma, per spiegare successivamente quali saranno i passi che l’azienda avrebbe intrapreso per recuperare la fiducia della comunità.
https://www.facebook.com/zuck/posts/10104712037900071
La storia dello scandalo di Facebook
La storia inizia precisamente nel lontano 2007, quando il sito ha permesso agli utenti di condividere con le applicazioni di terze parti le informazioni inerenti al proprio profilo. Da quella importante modifica apportata passano ben 5 anni, quando un quiz sulla personalità chiamato Kogan – riferito al creatore Aleksandr Kogan – fu portato all’interno della piattaforma e successivamente installato da oltre 300.000 persone.
Tutti quegli utenti hanno condiviso con Kogan le proprie informazioni personali insieme a quelle dei propri amici, diventando così una catena che ha permesso all’innocuo quiz di ottenere dati personali di milioni di utenti.
Trascorsi diversi anni arriviamo al 2014, quando Facebook decide di cambiare la policy dell’intero social network per vietare alle applicazioni l’abuso dei dati personali contenuti all’interno dei profili utente. All’interno della lista di applicazioni, ovviamente, era anche inclusa Kogan che si è limitata a rispettare – almeno teoricamente – la volontà della società di Mark Zuckerberg.
Esattamente dopo un anno, attraverso una serie di fonti il noto social network viene a conoscenza del fatto che l’applicazione caratterizzata dal quiz sulla personalità stava continuando a divulgare i dati personali degli utenti insieme a Cambridge Analytica.
Una volta accertatosi di tutto questo, Mark Zuckerberg ha formalmente chiesto ai soggetti responsabili di certificare la cancellazione dei dati acquisiti in modo improprio così da garantire la sicurezza della community.
Nell’ultima settimana, grazie ad alcune testate come il New York Times, la società del giovane Mark è venuta a conoscenza del fatto che Cambridge Analytica potrebbe non aver cancellato realmente i dati come formalmente richiesto negli anni precedenti dal CEO del famoso social network.
Con estrema rapidità ne è stata richiesta la cancellazione immediata, certificata inoltre da un controllo forense svolto da parte di uno studio dedicato esclusivamente per questo scopo. Le indagini tuttavia continueranno ancora per qualche settimana così che il team della piattaforma possa assicurarsi di aver messo a sicuro i dati di milioni di utenti.
Il piano di Mark Zuckerberg: recuperare la fiducia degli iscritti
Nella parte finale del lungo ed intenso post scritto sul social network, il CEO della società non fa altro che scusarsi con tutta la community chiarendo di essere l’unico vero responsabile di quanto accaduto e che utilizzerà tutte le risorse a sua disposizione per costruire un servizio migliore.
Sono sei i punti evidenziati dal giovane CEO per recuperare il controllo della situazione ed ottenere la fiducia degli utenti che ancora utilizzano il social network:
- Maggiore controllo della piattaforma: tutte le applicazioni che hanno avuto accesso a grandi quantità di dati verranno messe in analisi per scoprire se tra queste ve ne sono alcune che svolgono attività sospette. Se verranno localizzate app che abusano dei dati degli utenti, gli sviluppatori verranno banditi per sempre dalla piattaforma;
- Informare gli utenti da cui sono stati prelevati i dati: tutte le persone da cui Kogan o altre app hanno prelevato informazioni attraverso i profili, verranno contattate per essere a conoscenza del fatto. Successivamente verranno informate anche di quanto verranno messi a sicuri i dati rubati;
- Disattivare l’accesso per le applicazioni inutilizzate: se un utente non utilizza un applicazione per più di tre mesi, questa automaticamente cesserà di avere l’accesso alle informazioni del profilo;
- Limitare i dati forniti alle app di terze parti: le modalità di accesso alle applicazioni verranno presto modificate così da ridurre al minimo il numero di informazioni fornite;
- Incoraggiare gli utenti al controllo delle app: il social network cercherà di sensibilizzare gli utenti a verificare con attenzione quali sono le applicazioni connesse al proprio account;
- Premiare chi trova vulnerabilità: gli utenti potranno liberamente segnalare eventuali abusi o vulnerabilità rilevate all’assistenza della piattaforma;
Un pensiero particolarmente profondo e la chiara dimostrazione che Mark Zuckerberg tiene davvero tanti agli utenti iscritti al social network ideato quando ancora era un giovane studente universitario. Il polverone che si è alzato con la storia di Cambridge Analytica ha di certo fatto perdere diversi punti in borsa alla società, tuttavia siamo sicuri che nel corso dei prossimi mesi il team riuscirà a recuperare tutto il terreno perso.