L’Intelligenza artificiale come lotta al terrorismo, Mark Zuckerberg, si è trovato nuovamente, anche se a fin di bene, in una bufera dopo che su Facebook sono tati rivelati per errore l’identità di alcuni moderatori impegnati nel rimuovere contenuti legati all’Isis sul social network.
Questo è quanto viene riportato dalla nota testata britannica Guardian: “i dati personali dei moderatori del social network, preposti nel rimuovere account e materiale pericoloso o lesivo degli standard della community a causa di un bug nel software, sarebbero stati esposti a utenti sospettati di terrorismo”.
Dopo aver inaugurato il progetto Hard Questions, un blog per fronteggiare quesiti più delicati come la lotta al terrorismo anche online, tramite Stephen Deadman si annunciava l’imminente assunzione di una figura europea per la gestione dei dati personali. Peccato però che più di mille, in 22 dipartimenti di Facebook, siano stati colpiti dal bug che ha mostrato i loro nomi nel registro delle attività dei gruppo. Ciò che è veramente preoccupante è che tra costoro ci sono anche 40 persone impegnate nell’unità anti-terrorismo nel quartier generale europeo di Facebook a Dublino.
Sembra che il Guardian sia riuscito a parlare con uno di loro, un giovane di vent’anni con un lavoro presso la società esterna Cpl Recruitment. Il ragazzo in passato era intervenuto su un gruppo di base in Egitto che sosteneva Hamas, con al suo interno membri simpatizzanti di Isis. Il giovane figlio di rifugiati iracheni, ma cittadino irlandese, dopo aver saputo della falla nel sistema è fuggito, per nascondersi da un gruppo di presunti terroristi che aveva “bannato” da Facebook.
Mark Zuckerberg in principio ha minimizzato il fatto decisamente increscioso affermando: “sono state visibili solo piccole frazioni di nomi e non c’erano mai state prove di minacce a coloro che sono stati colpiti“. Forse un pò debole come difesa, ma in seguito ha informato di aver risolto il problema. Lo speriamo tutti.