Il social network sempre più sotto il fuoco incrociato delle istruttorie di verifiche sul trattamento dei dati personali degli utenti a seguito dello scandalo Cambridge Analytica che ha colpito anche parecchi utenti italiani, ora non solo AGCOM ma anche AGCM hanno avviato un’istruttoria per approfondire la questione e vederci chiaro ma queste indagini non sono solo aperte in Italia ma anche in mezza Europa.
L’accusa è presunte pratiche commerciali scorrette che Facebook avrebbe operato servendosi dei dati personali sensibili dei propri utenti, ecco i punti salienti su cui il Garante vuole concentrarsi:
- l’informativa fornita dal professionista in fase di registrazione alla piattaforma Facebook, con riferimento alle modalità di raccolta e utilizzo dei dati dei propri utenti a fini commerciali, incluse le informazioni generate dall’uso da parte dell’utente Facebook di app di società appartenenti al gruppo e dall’accesso a siti web/app di terzi;
l’automatica- attivazione della piattaforma di scambio dei propri dati da/a terzi operatori per tutte le volte che l’utente accederà o utilizzerà siti web e app di terzi, con validità autorizzativa generale senza alcun consenso da parte dell’utente, con sola facoltà di opt-out. In particolare, l’opzione a disposizione dell’utente di rinunciare o meno a tale modalità risulterebbe preimpostata, tramite spunta nell’apposita casella, sul consenso al trasferimento dei dati.
Una delle ipotesi del Garante è che il social network non informi adeguatamente i propri utenti su come vengano utilizzati i dati personali a partire dall’attivazione del proprio profilo fino alla raccolta e gestione dei dati, questo significherebbe una violazione del Codice di Consumo.
E’ chiaro che Facebook è un social network completamente gratuito ma è anche un’azienda commerciale che per proseguire e continuare ad offrire un servizio gratuito per tutti in qualche altro modo deve fare fatturato ma forse negli anni sono stati un pò sopravvalutati gli utenti che spesso tendono ad accettare condizioni contrattuali per poi scoprirsi sorpresi su come i loro dati vengono utilizzati.
I consumatori vanno informati in maniera chiara, semplice e con la massima trasparenza possibile e stando alle ultime notizie di questi giorni, pare che Zuckerberg stia cercando di porvi rimedio. Intanto però la posizione del social network appare sempre più compromessa e i rischi di pesanti sanzioni sono dietro l’angolo.
Dopo una dura presa di posizione dell’Unione Europea, si starebbero attivando anche le Autorità della Norvegia, dei Paesi Bassi, del Belgio, della Spagna, del Portogallo e della Grecia.