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FaceTime e iMessage fruttano ad Apple una maxi-multa

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FaceTime e iMessage fruttano ad Apple una maxi-multa

Tempi duri per Apple, condannata dalla corte federale statunitense East Texas Federal District Court al versamento di 625,6 milioni di dollari per aver utilizzato indebitamente, dentro le piattaforme proprietarie FaceTime e iMessage, alcuni brevetti di VirnetX, il <<patent troll>> (letteralmente, entità non praticante) che già in passato aveva causato più d’un problema alla compagine di Cupertino.

Un grattacapo mica da ridere per Apple, che per contro non ha lesinato ad esprimere la propria volontà di impugnare la sentenza. La violazione dei brevetti in questione riguarda la tecnologia VPN, un nome che riecheggia in Cupertino sin dal 2012, allorquando Apple venne tacciata di aver violato proprietà intellettuali di VirnetX (intitolate <<Method for Establishing Secure Communication Link Between Computers of Virtual Private Network>>) e di averne tratto benefici a seguito dell’impiego su iPhone 4S (nello specifico, per la funzione di videochat di FaceTime). Il tribunale del Texas diede ragione all’accusa, comminando una maxi-multa del valore di 368 milioni di dollari (la metà rispetto al risarcimento richiesto in origine e pari a 708 milioni).

Quattro anni dopo, la storia si ripete, malgrado le modifiche effettuate da Apple al protocollo a seguito della sentenza di condanna. Ancora violazione della tecnologia VPN in FaceTime e iMessage, impiegati tra iPad, iPhone ed iMac, e correlata sentenza nuovamente sfavorevole. VirnetX ha mietuto diverse vittime per i medesimi brevetti, ed a tale stregua spiccano nomi illustri come Cisco System, Astra Technologies, NEC Corporation, Siemens e Microsoft, con quest’ultima condannata tra il 2010 ed il 2014 ad un risarcimento globale di 223 milioni di dollari a seguito delle rispettive sentenze.

VirnetX è una <<patent troll>>, ossia una società dedita alla registrazione del maggior numero possibile di brevetti (anche se non sfruttati attraverso prodotto o servizi) affinché questi possano poi esser fatti valere come mezzo di rivendicazione delle royalities qualora qualcuno utilizzi quelle tecnologie o metodi, anche se inconsapevolmente. In questo caso, l’oggetto del contendere sarebbe rappresentato dalla tecnologia VPN impiegata su FaceTime e iMessage, che potrebbe dunque costar caro ad Apple. Che, dal suo canto, chiede attraverso il proprio legale una riforma dei brevetti, onde evitare che società come VirnetX possano prender <<il dito con tutta la mano>>.

via

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