Dopo l’avvicinamento tra TIM e Open Fiber nei giorni scorsi, a quanto pare presto potrebbe unirsi alla causa anche un terzo elemento insospettabile.

L’amministratore delegato di Fastweb, Alberto Calcagno, ha rivelato in una recente intervista al Corriere della Sera la possibilità di subentrare nella partnership tra TIM e Open Fiber.

In particolare Calcagno si è detto aperto allo scorporo della rete a patto che venga preservata la competizione e venga sfruttato il 5G per offrire la banda ultralarga alle famiglie in alcune aree della penisola.

“Sullo scorporo siamo neutrali purché la competizione per tutti venga preservata. E’ l’unica condizione. In questi anni vediamo che i clienti, famiglie e imprese vogliono connessioni, dati, servizi di data center. La fibra serve per dare una spinta alla crescita del Paese, ma vanno evitati sprechi: utilizzare il 5g in certe aree invece della fibra a casa è un altro modo di realizzare infrastrutture a banda ultralarga in modo efficiente e rapido”.

L’AD di Fastweb ha suggerito anche uno scenario alternativo nel quale TIM e Open Fiber si dividono le spese per abbattere i costi di sviluppo della rete del 50%.

“Se guardiamo ai prossimi 18-24 mesi ci sarebbe un modo razionale per gestire la transizione, Flash fiber, la società che condividiamo con Tim, e Open Fiber, invece di buttare via i soldi, potrebbero ragionare in termini di coinvestimento. Si dividono le spese e poi ciascuno offre sulla propria rete quello che vuole. Cooperazione per la rete e competizione sui servizi. Si potrebbe risparmiare fino al 50% sui costi di scavo e si eviterebbe di bucare due volte le strade”.