Galaxy S8 e S8+ con sensore Sony IMX333 (o ISOCELL) per la fotocamera principale

Galaxy S8 e S8+ puntano a consolidare e migliorare le già valide performance fotografiche dei modelli di generazione precedente, riprendendo appieno tutte le peculiarità distintive inaugurate da Samsung lo scorso anno. Sulla falsariga di una strategia ormai reiterata da svariato tempo, i nuovi top di gamma 2017 del produttore di Seoul fanno impiego, per quel concerne ambedue le fotocamere, di due differenti sensori, prodotti indistintamente da Sony o dalla stessa Samsung (ISOCELL).

Squadra che vince non si cambia, verrebbe quasi da dire, e in effetti le componenti hardware meramente fotografiche incastonate su Galaxy S8 e S8+ non si discostano affatto da un tale scenario. Benché la scheda tecnica sia diversa, sul mercato saranno infatti immessi smartphone indifferentemente impreziositi dalle potenzialità dei sensori Sony IMX333 e ISOCELL S5K2L2 – quest’ultimo realizzato da System LSI, ossia una controllata di Samsung). Al di là dei produttori, le peculiarità distintive di base della fotocamera posteriore restano pressoché intatte: la dimensione del sensore è di 1/2.55 pollici, la risoluzione di 12.2 megapixel (4032 x 3024), l’apertura focale di f/1.7, lunghezza focale di 4.25 millimetri e aggiunte di rilievo quali PDAF (Phase Detection Auto Focus) Dual Pixel, stabilizzazione ottica dell’immagine (OIS) e possibilità di registrare video fino al 4K.

Malgrado le peculiarità del tutto similari a quelli del modello di scorsa generazione, i sensori di Galaxy S8 e S8+ succedono ai vecchi Sony IMX260 e S5K2L1 e promettono risultati ancor migliori rispetto a quelli, sicuramente apprezzati ed elogiati a più riprese, dei vecchi Galaxy S7 e S7 Edge.

Scenario del tutto afferente anche per quel che riguarda la fotocamera frontale, là dove i due nuovi smartphone top di gamma di Samsung possono fregiarsi di due sensori, il Sony IMX320 e l’ISOCELL S5K3H1. Anche qui restano intatte le peculiarità distintive: risoluzione da 8 megapixel (3264 x 2448), autofocus, registrazione video in QHD, HDR e stabilizzatore elettronico dell’immagine.

Malgrado il diverso impiego di componentistiche, non dovrebbero esserci grossi scostamenti in termini di risultato finale tra foto immortalate con un sensore piuttosto che con un altro.

 

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