Nuovo acquisto in casa Google. Si tratta di Redux, una startup di tecnologia audio con sede nel Regno Unito. La notizia, riportata da Bloomberg soltanto in queste ore, fa fede all’accordo stipulato lo scorso dicembre. I dettagli dell’acquisizione restano avvolti nel mistero, ad incominciare dall’esborso sostenuto dal gigante di Mountain View per accaparrarsi i servigi della società inglese.
Ma quali saranno le strategie in concreto di Google? Anche in questo caso la fonte non fa alcun accenno, ma è lecito pensare a delle ripercussioni per quanto riguarda il mondo mobile. Sì, perché Redux è l’intestatario di una particolare tecnologia innovativa che consente alle superfici – come quelle presenti, a titolo di esempio, su smartphone e monitor per PC – di fungere da veri e propri altoparlanti.
Non si sa molto su come funzioni questa tecnologia, ma un rapporto pubblicato da Cambridge Design Patnership – con il quale Redux ha collaborato al progetto – sottolinea come il sistema di cui trattasi faccia leva su una tecnologia brevettata ad onda di curvatura, in grado di fornire, direttamente dalla superficie, audio ad alta qualità e persino feedback aptico. In soldoni, queste onde di flessione viaggiano nella superficie della maggior parte di materiali, come vetro, metallo e plastica.
Facile quindi pensare che una tale tecnologia possa presto trovare impiego nell’ormai rodato e diffuso programma “made by Google”, che ha visto nascere non soltanto gli smartphone (Google Pixel, per l’appunto), ma anche e soprattutto accessori rigorosamente hi-tech come altoparlanti intelligenti, auricolari e via discorrendo. Chissà , magari in futuro potremmo assistere ad altoparlanti domestici intelligenti (Google Home) muniti però di display, soluzione quest’ultima indubbiamente interessante per trasmettere contenuti e veicolare al tempo stesso il sonoro.
Ad ogni modo, Bloomberg ha provveduto a contattare Google per un commento circa la notizia trapelata in queste ore, ma un portavoce della società ha sorvolato sui dettagli dell’acquisizione. Redux vanta qualcosa come 178 brevetti concessi e oltre 50 domande di brevetto in sospeso, secondo la sua pagina di LinkedIn. Lo stesso sito web ufficiale della società (www.reduxst.com) è ormai fuori uso una volta perfezionato l’accordo con il gigante di Mountain View.