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Google annuncia Privacy Sandbox per Android

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Google annuncia Privacy Sandbox per Android

Google ha realizzato nuovi strumenti che limiteranno la condivisione dei dati degli utenti con terze parti sui telefoni Android allo scopo di offrire pubblicità mirata.

Questo sarà probabilmente il più grande passo avanti per Android come piattaforma, consentendo agli utenti un maggiore controllo sul consentire o rifiutare il tracciamento dei dati da parte di app e pagine web. Tuttavia, Google sta adottando un approccio meno diretto, a differenza dell’aggressiva formula di Apple sulle app che tracciano i dati degli utenti senza consenso.

E la risposta di Google è quella di integrare il suo Privacy Sandbox all’interno del sistema operativo Android. Per chi non la conoscesse, questa tecnologia è in grado di superare i problemi tipici del sistema basato sui cookie.

Le differenze con la funzione Transparency di Apple su iOS sono evidenti. L’approccio di Apple è semplice: se un utente consente a qualsiasi app sul proprio iPhone di tracciare i propri dati, l’app può tenere traccia dei dati. Se un utente non fornisce il consenso e seleziona l’opzione “Chiedi all’app di non tenere traccia” dal popup che verrà visualizzato una volta (dopo la prima installazione o dopo un aggiornamento importante), l’app non avrà assolutamente accesso a qualsiasi dato utente.

Google ha parlato del lavoro svolto da Apple con ATT per iOS su iPhone, ma senza nominarla esplicitamente.

Ci rendiamo conto che altre piattaforme hanno adottato un approccio diverso alla privacy degli annunci, limitando senza mezzi termini le tecnologie esistenti utilizzate da sviluppatori e inserzionisti“, afferma Anthony Chavez.

Ma Google ritiene che la mancanza di alternative danneggerà le aziende di sviluppo e potrebbe costringere la ricerca di metodi alternativi che aggirino le restrizioni.

Il colosso di Mountain View afferma che le soluzioni su cui lavoreranno nei prossimi mesi si concentreranno sulla tecnologia che preserva la privacy che non necessita di identificatori e limita la raccolta dei dati degli utenti. Ciò ridurrà anche le possibilità di raccolta dei dati senza il consenso dell’utente.

Si tratta chiaramente di una mossa che potrebbe mettere i bastoni tra le ruote nella politica di Apple, e se tutto andrà in porto nei prossimi anni, potrebbe addirittura spingere la società di Cupertino a rivedere il suo modello.