95%: questo il dato della precisione con cui Google riesce ad interpretare il linguaggio umano. Sembra incredibile, ma l’azienda ha lavorato moltissimo sotto questo aspetto, migliorando i suoi algoritmi e investendo sul machine learning.
Il dato è stato presentato da Mary Meeker, nota venture capitalist americana, alla Code Conference che si è tenuta in California. Google, grazie ai suoi progressi nel campo dell’apprendimento autonomo è ormai vicina alla perfezione, per molti teoricamente irraggiungibile, della comprensione della lingua umana.
Una curva, quella del miglioramento, che sembra non volersi fermare e in costante crescita a partire dall’anno 2013: gli investimenti nel campo del machine learning sono stati mirati a raggiungere questo tipo di risultati ed ora l’azienda ne raccoglie i frutti.
Per chi non lo conoscesse, il machine learning è un campo di studi dell’informatica in cui, tramite complessi algoritmi e l’acquisizione di grandissime quantità di dati, un dispositivo impara autonomamente cose nuove: il tutto si basa sull’associazione dei dati rispetto ad un contesto (in questo caso, per esempio, il significato di una parola a seconda della frase in cui viene utilizzata).
Google non ha di certo problemi né a livello di raccolta dati, né sotto il punto di vista della programmazione di algoritmi in grado di rendere il tutto possibile: l’azienda e il suo Google Assistant sono di fondamentale importanza per molti dispositivi sul mercato a partire dagli smartphone fino ad arrivare alla Google Home (non poco diffuso negli Stati Uniti).
Un dato molto interessante proviene dai dispositivi mobili: il 20% dei dati raccolti durante il 2016 sono di tipo vocale. Simbolo inequivocabile di un aumento dell’utilizzo dell’assistente virtuale che sarà molto presto, insieme ai competitor di Big G, la tecnologia al centro del mercato.