E proprio mentre in questi giorni si dibatte della vicenda di Stadia, con Google che ha deciso di chiudere gli studi incaricati di realizzare produzioni originali ed esclusive per la piattaforma di cloud gaming, ecco che riemerge dall’ombra uno dei tanti progetti dimenticati e archiviati dal colosso di Mountain View, ovvero Daydream.
Da diverse ore infatti la piattaforma per la realtà virtuale, già ufficialmente abbandonata da Google lo scorso ottobre, non ha più accesso al Play Store e la funzione Discover non è più funzionante.
E’ importante precisare che il Play Store non viene attivato dall’interno dell’applicazione di Daydream, quindi l’utente è costretto a mettere in secondo piano l’app e passare dalla versione normale dello store.
Applicazioni come WhatsApp o Facebook continuano ancora a funzionare, non sappiamo ancora per quanto, ma i permessi di accesso sembrano tutt’oggi ancora validi.
Le origini di Daydream
La piattaforma è stata creata da David Coz e Damien Henry, ingegneri di Google presso il Google Cultural Institute a Parigi, come parte dell’iniziativa “20 per cento del tempo” dell’azienda con l’obiettivo di dare alla luce un modello più a basso costo per lo sviluppo della realtà virtuale. È stato introdotto alla conferenza degli sviluppatori Google I/O 2014,
Successivamente la piattaforma si è evoluta a tutto tondo in Daydream, che ha segnato l’impiego di questa tecnologia da parte di Google nel campo professionale, con tanto di visore dedicato.
Tuttavia il focus dell’azienda si è spostato negli ultimi anni sulla Realtà Aumentata e sembra ormai solo questione di tempo prima che Daydream venga definitivamente chiuso.