Annunciata inizialmente al Google I/O 2016, la piattaforma dedicata alla realtà virtuale di Google, soprannominata Daydream VR, è giunta tra noi; quali sono, però, le reali differenze che intercorrono tra Google Daydream e le precedenti piattaforme per la realtà virtuale? Andiamole ad analizzare.
Google Daydream, in breve, è il passo successivo del colosso di Mountain View mosso per portare la realtà virtuale alle masse. Con Cardboard, la compagnia ha dato la possibilità a chiunque di provare l’esperienza della realtà virtuale grazie al proprio smartphone e ad un paio d’euro.
Con Google Daydream, Big G vuole intraprendere un approccio più serio, aumentando le specifiche hardware richieste per il supporto e cambiando il metodo di input. Daydream, infatti, arriva al pubblico con un controller incluso, un dispositivo con capacità motorio-sensoriali, un touchpad cliccabile e due tasti.
Per quanto concerne i dispositivi che supportano Google Daydream, questi devono avere una risoluzione minima Full HD ed un’elevata frequenza di aggiornamento del display, per evitare l’effetto scia. Infine è necessario che il dispositivo abbia sistema operativo a bordo Android 7.0 Nougat o versioni successive, dal momento che sono richieste le API Vulkan per la nuova piattaforma VR.
Google Daydream View viene proposto, in conclusione, ad un prezzo di vendita di 79 $ e la commercializzazione partirà dal mese di Novembre. Il dispositivo è realizzato in un tessuto morbido e traspirante e sar disponibile in tre colorazioni: Snow, Slate, e Crimson.