Questa mattina accedendo al motore di ricerca di Google sarete accolti da un particolare doodle dedicato dal Big G alla celebrazione del 155esimo anniversario della nascita di Nettie Stevens, genetista entrata nella storia per la sua scoperta sui cromosomi sessuali.
Chi era Nettie Stevens
Nata il 7 luglio 1861 a Cavendish, nel Vermont, Nettie Maria Stevens si fece notare fin da giovanissima come una studentessa brillante, riuscendosi a laureare in soli 2 anni rispetto ai 4 richiesti, proseguendo poi gli studi al Bryn Mawr College, noto centro per le ricerche sulle cellule ed approdando anche in Italia tra il 1901 ed il 1902 quando ebbe occasione di lavorare e studiare gli organismi marini alla Stazione Zoologica di Napoli, per spostarsi poi all’Università di Würzburg in Germania dove lavorò con il biologo tedesco Theodor Boveri al comportamento dei cromosomi durante il processo di divisione cellulare, studio che influenzò notevolmente le future ricerche che la resero poi famosa.
Scoperta storica ma celata dal maschilismo
La Stevens riuscì a pubblicare i risultati delle proprie ricerche nel 1905, riuscendo a stabilire attraverso lo studio dei vermi della farina che lo sperma dei maschi contiene tutti e due i cromosomi X ed Y che ne determinano il sesso, mentre le cellule riproduttive delle femmine contengono soli cromosoma X. La Stevens continuò comunque a studiare gli insetti ed in particolare il moscerino della frutta, descrivendo le differenze nei cromosomi dei gameti in base al sesso.
Purtroppo il merito delle proprie scoperte e delle pubblicazioni non le vennero riconosciuti ufficialmente per diversi anni per via della sottovalutazione dei risultati scientifici conseguiti dalle donne con il risultato che, in modo errato, tutt’ora il merito della scoperta della Stevens viene spesso attribuito al genetista Thomas Hunt Morgan, che ebbe invece la fortuna di leggere in anticipo gli studi di Nettie Stevens, ricevuti dalla stessa scienziata per un parere professionale. Attraverso questi studi Morgan continuò gli studi sul moscerino della frutta, approfondendo ulteriormente lo studio dei cromosomi e pubblicando uno dei primi manuali di genetica che fruttarono al genetista meriti non propri.
La Stevens continuò comunque i propri studi, completando il proprio dottorato di ricerca al Bryn Mawr Collage di Philadelphia, dove morì per un tumore al seno, nel 1912.