Google dovrà pagare una multa di 100mila euro per aver violato il diritto all’oblio. La condanna arriva dalla Francia e, nello specifico, dalla CNIL, la Commissione Nazionale Francese per l’Informatica e Libertà, che da tempo auspica ad un’applicazione a sfondo internazionale del diritto ad essere dimenticati. Quel che il garante transalpino richiede, in particolare, è un’estensione a livello mondiale – e dunque non soltanto alle versioni europee di Google – dei risultati delle ricerche eliminati sul web.
Un crinale battuto anche a maggio dello scorso anno dall’autorità attiva in Francia, accusata poi ad agosto dallo stesso colosso di Mountain View di non dover pretendere la cancellazione dei dati a livello globale, giacché in controtendenza con quanto affermato dalla corte di giustizia europea. Il CNIL sembra dunque aver proseguito per la propria strada, mettendo in piedi una ingiunzione contro Google che ha fruttato quest’oggi una multa di 100.000 euro. Un esborso sicuramente non così ingente – specie se rapportata alla somma dei 300 milioni di euro che il gruppo americano dovrà versare al Fisco italiano – ma quel che è interessante notare è la composizione della controversia tra Google e la Francia avente ad oggetto la violazione del diritto all’oblio.
Sullo sfondo si fa infatti mestamente strada una applicazione diversa della sentenza della corte di giustizia europea, che riconosce al cittadino europeo il diritto alla rimozione dei propri dati sul web. Un’impostazione netta ed inequivocabile, ma che la Francia (e in particolare l’autorità transalpina per l’Informatica e la libertà) ritiene non esser congrua. Il percorso logico parigino non fa una grinza, e parte dalla convinzione che diritto è tale se garantito nella sua interezza. Quindi, per traslazione, il diritto all’oblio può esser rispettato solo se applicato a livello internazionale; a tutti, per farla breve, e non soltanto ai cittadini del Vecchio Continente. Google, dal suo canto, ritiene invece sufficiente una valenza del diritto all’oblio entro i confini europei, come specificato d’altronde dalla stessa sentenza a cui si faceva poc’anzi riferimento. Un corto circuito di interpretazioni, quindi, dal quale ha poi preso piede il primo round della controversia, con il colosso di Mountain View condannato dalla Francia a pagare una multa di 100.000 euro.
Google, a mezzo di un suo portavoce, si dice esser in disaccordo con l’impostazione e le richieste del garante parigino e ribadisce di aver lavorato profondamente per implementare quanto previsto nella sua interezza dalla sentenza della corte di giustizia europea (ossia l’applicazione del diritto all’oblio a tutti i cittadini del Vecchio Continente). Fattore evidentemente non a genio per il CNIL, che reputa tale azione come violazione del diritto all’oblio. Vedremo dunque in proseguo come si evolverà la vicenda, inasprita ulteriormente dopo le profonde divergente della scorsa estate.