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Google: la Corea permetterà di bypassare i pagamenti in app dal Play Store

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Google: la Corea permetterà di bypassare i pagamenti in app dal Play Store

Il seme di Epic Games per fronteggiare il monopolio di Google e Epic sugli acquisti in app inizia a germogliare e potrebbe portare a degli sviluppi molto interessanti per tutto il mercato.

Il disegno di legge approvato dall’Assemblea nazionale della Corea del Sud ha infatti dato ragione a Epic Games e impedirà a Google di obbligare gli sviluppatori ad appoggiarsi al Play Store per la gestione dei pagamenti in app.

Adesso Google si sta adeguando per supportare i metodi di fatturazione di terze parti sulle app scaricate da Google Play, ma ci sono alcuni “compromessi”.

I pagamenti in-app possono ora essere gestiti tramite un sistema di fatturazione alternativo, anziché utilizzare quello di Google. Se, ad esempio, un servizio vuole offrire agli utenti un modo per sottoscrivere un abbonamento mensile tramite la sua app Android, ora può farlo utilizzando il proprio metodo di fatturazione.

“Gli sviluppatori dovranno sostenere dei costi extra per supportare il loro sistema di fatturazione, quindi quando un utente seleziona la fatturazione alternativa, ridurremo la commissione di servizio dello sviluppatore del 4%”.

Sebbene gli sviluppatori possano ora utilizzare la propria fatturazione, devono comunque supportare quella di Google insieme alla loro: non possono rinunciare completamente al sistema di fatturazione di Google Play; possono semplicemente aggiungere un metodo alternativo in cima. In effetti, nel modo in cui Google lo sta proponendo, agli utenti verrà data la possibilità di scegliere tra la fatturazione di Google Play e la fatturazione di terze parti. Poi c’è anche il fatto che l’utilizzo di un metodo di fatturazione di terze parti non consente nemmeno agli sviluppatori di impedire a Google di percepire l’11%, leggermente ridotto rispetto al precedente 15%, ma comunque presente. Il taglio che l’azienda prende sarà inferiore: scende all’11% dal solito 15% che Google prende dalla maggior parte degli sviluppatori di app. Insomma, tutt’altro che la soluzione sperata dai publisher e Epic.

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