Un team di scienziati di Google Brain ha realizzato una nuova tecnologia capace di elaborare e ricostruire perfettamente le immagini sgranatissime di volti umani, aumentandone la risoluzione fino a 16 volte. Una tecnologia finora vista soltanto nei film di fantascienza e telefilm polizieschi in stile CSI.
I dettagli dello studio sono stati caricati su ArXiv, il server che ospita le ricerche scientifiche prima della loro pubblicazione ufficiale sulle riviste accreditate.
Il nuovo algoritmo è caratterizzato da ben due reti neurali, ovvero i modelli matematici in grado di imitare il funzionamento dei neuroni del cervello. La prima rete, chiamata condizionante, ha analizzato e memorizzato centinaia di migliaia di foto. A questa viene dato un input di un’immagine a bassissima risoluzione, di soli 8×8 pixel. L’algoritmo condizionante cerca quindi tra le immagini memorizzate quella più somigliante all’input.
Successivamente interviene la seconda rete neurale, detta principale, che riesce a portare l’immagine di input ad una risoluzione di 32×32 pixel, e ad aggiungere i pixel mancanti usando quelli inferiti dalle caratteristiche delle foto scelte dalla rete condizionante.
Per esempio, nel caso in cui tra i pixel presenti nell’area inferiore dell’immagine il sistema riesca a individuare una macchia rossa, l’algoritmo è capace di supporre che si possa trattare delle labbra di una persona, per questo le ricostruisce automaticamente utilizzando delle labbra presenti in foto somiglianti. Ovviamente, i dettagli costruiti dalla nuova tecnologia di Google Brain non sono reali, ma – come spiegato dai ricercatori di BigG – sono una sorta di “allucinazione” del software, che cerca di indovinare i pixel mancanti.