Google si erge a musicista componendo la sua prima canzone. Il merito va a Magenta, il progetto avviato dal colosso di Mountain View con lo scopo di insegnare arte e musica mediante l’intelligenza artificiale, nocciolo duro dei risvolti futuri nel <<caldo>> settore tecnologico. Un risultato ancora spartano seppur indubbiamente significativo e dall’alto valore, giacché rappresenta l’effettivo inverarsi del progetto applicato nel campo musicale: la melodia ha una durata infatti di appena novanta secondi, è composta da poche note su una base ritmica aggiunta in via successiva dall’uomo. Risultato dunque non troppo complesso, oltre che divergente se rapportato soprattutto alla pittura, il settore nel quale l’intelligenza artificiale di Magenta ha messo in mostra tutto il proprio potenziale: Google ha infatti dapprincipio insegnato alla macchina come dipingere opere d’arte attingendo per l’occasione da fotografie; quest’ultima, quindi, ha creato dei quadri venduti poi all’asta in <<quel>> di San Francisco.
Bisognerà ancora affinare i meccanismi prima che l’intelligenza artificiale possa prendere il largo. Il gigante di Mountain View ne è comunque consapevole, allorché il progetto Magenta è a lunga scadenza e l’obiettivo, come peraltro sottolineato dalla stessa azienda dalle pagine del proprio blog ufficiale, è quello di sviluppare algoritmi finalizzati all’apprendimento di arte e musica in modo autonomo . Ma è importante anche il risvolto futuro che la stuzzicante idea di Google potrebbe concretizzare, se è vero che il passo successivo verterà sulla creazione di una vera e propria comunità di artisti, ricercatori e sviluppatori. <<Crediamo che quest’area sia ancora nella sua fase iniziale, ma contiamo di raggiungere un veloce progresso>> viene affermato nel post ufficiale.
Come specificato nelle settimane scorse in sede di presentazione ufficiale, Magenta è basato sull’architettura open source di TensorFlow e mira a coniugare arte e musica con l’intelligenza artificiale. Google specificò in quell’occasione che il progetto sarebbe partito a giugno, e la prima melodia divulgata in pompa magna (CLICCA QUI per ascoltarla) rappresenta certamente l’inverarsi della tabella di marcia abbozzata in precedenza. Lo scopo è quello di utilizzare algoritmi di deep learning affinché la macchina possa apprendere dapprincipio dall’uomo e comporre in via successiva – e soprattutto in modo del tutto autonomo – qualsivoglia forma di arte. E la canzone composta da Google in questi giorni è certamente il primo passo verso una scalata, da parte dell’intelligenza artificiale, ancora lunga ma indubbiamente interessante e curiosa.