In seguito all’approvazione della cosiddetta “legge anti-Google” in Corea del Sud, Google ha annunciato che rispetterà il nuovo mandato fornendo agli sviluppatori di app Android su Google Play Store la possibilità di offrire sistemi di pagamento alternativi rispetto quelli posseduti da Google.
La nuova legge ha segnato un traguardo storico: è la prima volta che un app store è costretto ad aprirsi a sistemi di pagamento di terze parti per gli acquisti in-app. Si tratta di un cambiamento che potrebbe avere un impatto sui ricavi di Google (e sugli sviluppatori).
In un post sul blog, Google ha dichiarato che gli sviluppatori in Corea del Sud saranno in grado di aggiungere un sistema alternativo di fatturazione in-app oltre al sistema di fatturazione di Google Play Store per gli utenti del paese. Durante il pagamento, gli utenti saranno in grado di scegliere quale sistema di fatturazione utilizzare.
La società ha avvertito che i sistemi di fatturazione alternativi “non offrono le stesse protezioni” o caratteristiche di Google (controllo dei genitori, metodi di pagamento per familiari, gestione degli abbonamenti, supporto per le carte regalo di Google Play e supporto per il programma di ricompense di Google Play Store chiamato Play Points). Ha anche notato che 1,5 milioni di utenti sudcoreani quest’anno hanno utilizzato le carte regalo del Play Store e più di 12 milioni sono invece iscritti ai Play Points.
Il passaggio della legge sudcoreana arriva in un momento in cui i governi di tutto il mondo stanno indagando Apple e Google per le politiche antitrust. In Corea del Sud è stata la stessa Assemblea Nazionale ad intervenire sull’operato dell’azienda. L’organo di governo ha votato mercoledì 25 agosto 2021, per procedere con la revisione del Telecommunication Business Act.
Come Google, anche Apple sostiene che una tale legge renderebbe più difficile proteggere i consumatori dalle frodi e soprattutto proteggerli da minacce esterne. Nei giorni successivi alla decisione della Corea del Sud, Apple ha aggiornato le sue linee guida App Store, ma solo per rispettare la decisione di un accordo class action con un gruppo di sviluppatori americano che voleva la possibilità di contattare i propri clienti al di fuori dell’App Store per informarli su altre opzioni di pagamento.
Nel frattempo, Apple non ha ancora apportato modifiche per rispettare la legge della Corea del Sud, ma ha detto che le sue politiche attuali sono conformi alla legge. Negli ultimi mesi, entrambi i giganti della tecnologia hanno lavorato per scongiurare le future normative che andranno irreparabilmente ad abbassare i ricavi negli app store.
Il mese scorso, Google ha abbassato del 15% le sue commissioni per gli abbonamenti e del 10% le commissioni per le applicazioni multimediali. Apple, d’altro canto, non si è ancora espressa in merito (forse anche a causa della sua battaglia legale con Epic Games Store). Apple e Google avevano apportato modifiche già in precedenza per ridurre le commissioni per le piccole imprese, e Apple ha istituito per gli editor che pubblicano su Apple News commissioni di gran lunga inferiori.