Green Pass: la polizia postale sta bloccando i falsi venduti su Telegram

Quello dei Green Pass falsi venduti su Telegram è un fenomeno che ha rapidamente preso piede nelle ultime settimane e nel momento in cui l’attestato di vaccinazione è entrato ufficialmente in vigore, è diventato immediatamente l’argomento caldo degli ultimi giorni.

I mercati di vendite illecite alla fine non sono proprio una novità e la vicenda del Green Pass è diventata un faro per tanti truffatori, che hanno immediatamente colto al balzo il malumore di una certa fetta di cittadini. La polizia postale tuttavia sembra che stia riuscendo ad arginare il fenomeno e grazie alle indagini condotte in collaborazione con i Compartimenti di Milano e Bari e con il coordinamento delle Procure della Repubblica presso i Tribunali di Roma, Milano e dei minorenni di Bari, è stato possibile risalire a ben 32 canali Telegram.

Questi canali sono stati prontamente oscurati e sequestrati e pare che almeno due minorenni gestivano questo traffico illecito di Green Pass falsi, proposti a cifre da capogiro (dai 150 ai 500 euro) che gli hanno permesso di mettere le mani anche sui dati personali degli utenti.

Il denaro veniva convertito in criptovalute oppure buoni per acquisti online.

Le indagini sono scaturite da un capillare monitoraggio della rete internet, attraverso il quale, gli specialisti della Polizia Postale, tramite complesse analisi tecniche e finanziarie della block chain, la tecnologia alla base delle criptovalute, sono riusciti ad individuare i canali di vendita e ad identificarne gli amministratori.

Erano migliaia gli utenti iscritti ai canali su note piattaforme di comunicazione dove veniva proposta, con garanzia assoluta di anonimato, la vendita dei green pass falsi, da pagare in criptovaluta o buoni acquisto di piattaforme per lo shopping on-line, ad un prezzo compreso tra i 150 ed i 500 euro.

Sono in totale trentadue i canali Telegram sequestrati dagli agenti della Polizia Postale nel corso dell’indagine in esecuzione del decreto di sequestro preventivo emesso dal Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Roma su richiesta della Procura Capitolina, consentendo, così, l’interruzione dell’attività delittuosa.

L’attività investigativa, tutt’ora in corso, è rivolta all’identificazione degli amministratori di ulteriori canali individuati oltreché degli acquirenti.

Si rammenta che qualsiasi certificato Green Pass originale non può essere falsificato o manomesso poiché ogni certificazione viene prodotta digitalmente con una chiave privata del Ministero della Salute che ne assicura l’autenticità. Ad ogni controllo con la preposta App ufficiale VerificaC19, viene interrogata la banca dati ministeriale contenente l’elenco ufficiale della popolazione vaccinata e, di conseguenza, un QR-CODE generato con una certificazione non autentica, non supererebbe la procedura di verifica.

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