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Huawei deposita il brevetto di Harmony OS

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Huawei deposita il brevetto di Harmony OS
Harmony OS

Il destino di Huawei a seguito del ban negli Stati Uniti è ancora incerto, soprattutto sul fronte della collaborazione con Google per la licenza del sistema operativo Android.

E’ stato già confermato da tempo che il colosso cinese sta lavorando (e testando sul campo) un sistema operativo proprietario denominato HongMeg OS, da sfruttare proprio nel caso in cui si presentasse l’impossibilità di adottare Android nell’immediato futuro.

Adesso quel sistema operativo sarebbe pronto anche per arrivare in Europa, ma con un nome diverso, o almeno questo sembra svelare il brevetto depositato da Huawei presso l’European Union Intellectual Property Office, che fa riferimento ad un sistema operativo denominato Harmony OS.

E’ abbastanza evidente che si tratti proprio del medesimo sistema operativo, dato che da sempre le aziende cinesi hanno la tendenza a rinominare i loro prodotti per renderli più appetibili agli occhi del pubblico occidentale.

Il sistema operativo sappiamo essere in sviluppo da diversi anni ormai, addirittura prima del 2015, e secondo alcuni insider dovrebbe essere molto più veloce di Android. L’aziende starebbe già effettuando alcuni test in Cina, e stando ai rumors circolati nelle settimane scorse, anche altri produttori asiatici starebbero partecipando attivamente ai test del sistema operativo.

Per quanto riguarda la vicenda del ban imposto dal governo americano, negli ultimi giorni ci sono stati alcuni sviluppi, ma la risoluzione della vicenda non sembra aver trovato ancora un punto di svolta decisivo.

Il riavvicinamento tra USA e Huawei è stato alimentato in questi giorni dalle dichiarazioni di Trump, il quale ha dichiarato che i fornitori americani avrebbero ripreso i loro rapporti con il colosso cinese.

Come anche noi vi abbiamo riportato però, sulla carta manca ancora l’ufficialità della cosa, ma la situazione dovrebbe raggiungere una svolta la prossima settimana, dato che si è parlato di un presunto accordo commerciale tra Cina e USA.

Reuters, che sta seguendo molto da vicino la vicenda, ha contattato il vicedirettore dell’Office of Export Enforcement, John Sonderman, presso l’ufficio del Dipartimento del Commercio americano, il medesimo che si è occupato di inserire nella cosiddetta “lista nera”, meglio nota come “Entity List” anche Huawei.

Stando alle loro dichiarazioni, pare che nonostante le affermazioni di Trump, l’azienda risulti effettivamente ancora nella lista di coloro non possono commerciare negli Stati Uniti.

Nel frattempo Peter Navarro, consigliere commerciale della Casa Bianca, ha svelato che attualmente i. governo americano avrebbe concesso ai fornitori solo la vendite di chip tecnologicamente inferiore a quelli di Huawei. Una sorta di limitazione imposta dagli USA per preservare la sicurezza nazionale.

Ricordiamo che attualmente, salvo proroghe, il governo degli Stati Uniti ha rimosso temporaneamente il ban per la durata di 90 giorni, con una scadenza fissata per il mese di Agosto. Nel corso di queste settimane Huawei avrà la possibilità di organizzarsi per superare i prossimi mesi.