La naturale evoluzione degli smartphone tutto schermo e con poche cornici sarà senza dubbio la presenza del lettore di impronte digitali incastonato direttamente sotto il pannello frontale. Una soluzione inaugurata da Vivo X20 Plus UD – e il nuovo modello Vivo X21 UD, che potrebbe esser la musa ispiratrice del prossimo OnePlus 6 – e che potrebbe convogliare anche all’interno di Huawei Mate 11, nello specifico il prossimo smartphone top di gamma del produttore cinese.
Huawei non dovrebbe infatti riuscire in tempo a perfezionare e mettere a punto una tale tecnologia, già in passato al vaglio di Apple e Samsung ma con scarso successo. Gli ormai in dirittura P20 e P20 Pro ripiegheranno sul più canonico tasto centrale posizionato sotto l’ampio display, in attesa che il colosso cinese riesca nell’intento di portare a compimento un lavoro tutt’altro che banale, condotto tuttavia non direttamente bensì da patner strategici. Secondo le indiscrezioni delle ultime ore, Huawei Mate 11 sarà infatti dotato di un sensore di impronte digitali su schermo che utilizza le soluzioni di rilevamento delle impronte a ultrasuoni di Qualcomm.
Il percorso abbozzato dal gigante di Shenzhen è insomma netto. Se da un lato l’attuale Mate 10 Pro ha avuto il merito di far da apripista al design a tutto schermo – con il fingerprint incastonato sul posteriore – i prossimi P20 e P20 Pro confermeranno una tale linea, rispolverando per converso – sulla scorta dei modelli di generazione precedente – il tasto centrale sotto il display. Una soluzione temporanea, a questo punto, in attesa della fatidica chiusura del cerchio a seguito del lancio del secondo top di gamma Huawei, atteso al debutto nella seconda metà del 2018 (attorno al mese di novembre, nello specifico).
Come suggerito dalle indiscrezioni, Qualcomm sta collaborando con GIS di Taiwan e la cinese O-film Tech per sviluppare i sensori di impronte digitali ad ultrasuoni. La tecnologia dovrà esser però perfezionata prima di diffondersi rapidamente sugli smartphone Android e Huawei potrebbe esser tra i primi patner ad utilizzare la tecnologia. Che per quanto innovativa possa esser sarà comunque abbastanza gravosa in termini di costo di realizzazione finale. I sensori ad ultrasuoni sono infatti insigniti da cifre praticamente pari a tre volte quelle che contraddistinguono i sensori convenzionali, fattore questo che si riverbera nello spessore contenuto (appena 0,44 millimetri) e nella possibilità quindi di poter essere incastonati su vetri di copertura fino a 800 micron.
Huawei Mate 11 potrebbe essere quindi in tal senso innovativo, ma alla luce di una tecnologia ancora tutta da rodare ci aspettiamo comunque un prezzo di listino abbastanza pepato. Forse addirittura superiore agli 889 euro richiesti per il prossimo P20 Pro.
FONTE: GizChina