Huawei pensa ad una EMUI 5.0 diversa grazie ad una ex designer Apple

EMUI 5.0, la rinnovata interfaccia proprietaria degli smartphone Huawei, dovrebbe approdare ufficialmente in <<quel>> di settembre ed a contribuire al suo sviluppo sarà una ex designer Apple. Trattasi di Abigail Brody, tra i pochi eletti che hanno posto mano alla creazione del primo e storico iPhone. Un passato dunque illustre, imperniato da un curriculum di tutto rispetto, giacché la decennale esperienza messa al servizio del brand di Cupertino ha ceduto mestamente il passo, in questi ultimi anni, al ruolo di vice president global design per Ebay e PayPal. Una vera e propria specialista del settore, ingaggiata lo scorso autunno dalla ruspante Huawei, pronta a rinnovare l’interfaccia proprietaria dei propri smartphone.

EMUI 5.0 E SOFTWARE PROPRIETARIO: LE DUE STRADE DI HUAWEI

Si dice che l’azienda attiva a Shenzhen starebbe lavorando su due fronti, di cui uno finora inesplorato: la creazione di un sistema operativo proprietario, diverso dal più popolare Android e progettato ad-hoc da alcuni ingegneri di derivazione Nokia. Trattasi ovviamente di mere speculazioni, oltre che ipotesi – per quanto suggestive possano essere – destinate comunque ad animare il lungo periodo. Come dire, Huawei starebbe proiettando l’attenzione verso il futuro così da non trovarsi impreparata qualora la collaborazione con Google andasse su binari antitetici e poco confacenti alle ambizioni del brand cinese. Che vuole adesso insidiare Samsung in tutti quei mercati fruttuosi – Italia inclusa, vista la capillare diffusione degli smartphone Huawei lungo il nostro paese – e sfidare Apple nella lotta alle prime due posizioni in scala globale.

Per il momento il presente prenderà il nome di EMUI 5.0 e vedremo nell’immediato prosieguo quale sarà, in concreto, l’apporto di Brody al software di Huawei basato su Android. Criticato dai più per la troppa somiglianza ad iOS. Indiscrezioni dell’ultimo periodo sostengono come EMUI 5.0 metterà in rilievo una maggiore coerenza estetica, oltre che un aspetto più confacente ai canoni del Material Design di Google. La volontà di migliorare e migliorarsi c’è tutta, e le parole proferite da Brody rappresentano un biglietto da visita inequivocabile: <<non sono qui per recitare il ruolo di piccola designer, ma per cambiare il mondo>>. E chissà dunque come cambierà in concreto EMUI 5.0.

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